lunedì, febbraio 25, 2013

Mini Post Scrutinante

Ti svegli in una bella mattina di sole (e pure senza vento) qui a Wellington, gli uccellini cantano, le cicale sono in pieno mood da concerto ed i gabbiani sorvolano pigri il mare scintillante e piatto.

Vai al lavoro col sorriso sulle labbra che oggi e' pure giorno di paga, saluti i colleghiamici, fai due battute sul corso di spagnolo della sera prima e ti appresti a lavorare.

Ma prima controlli le email, chatti con l'amichetto lontano ed apri le pagine dei giornali italiani, che nella tua beata innocenza vuoi controllare le varie reazioni agli Oscar e le pagelle di stile per le meglio e peggio vestite.

Poi leggi la prima pagina, ricordi che giorno e' in Italia e pensi:

 "mah, penso proprio che sia ora di applicare* per la cittadinanza neozelandese..."

e continui tranquilla la tua vita nella serena terra dei kiwi.


(*applicare per la cittadinanza = espressione Englishiana sommariamente traducibile in fare domanda per la cittadinanza, grazie V. per la correzione!)

venerdì, febbraio 22, 2013

Occhi di Bue - ovvero come sopperire artigianalmente alla loro mancanza

Mai stata una troppo amante dei dolci, io. Che mi piace cucinarli perche' danno grossa soddisfazione ma mangiarli poi, bah, mi fanno sete.

Insomma una delle classiche persone che alle 7 di mattina al bar invece della brioches vogliono la schiacciata col prosciutto crudo.
Che quella invece, di sete, non ne fa penniente..

Ma - perche' in ogni storia che si rispetti c'e' sempre un ma - pure io ho le mie personalissime eccezioni.
E gli occhi di bue sono, ovviamente, una di quelle.

Avete presente la scena di Ratatuille in cui l'imperturbabile ed acidissimo critico riceve il flashback sulla sua infanzia appena mette in bocca una forchettata di ratatuille e si scioglie tutto? Ecco, uguale.

Ogni volta che ne mangio uno rivedo chiaramente la me bambina che staccava con cura il pezzo superiore del biscotto, per lasciare il cerchietto di marmellata totalmente intatto e poi infilarselo in bocca tutto d'un fiato (e scartare poi la base del biscotto, ormai totalmente inutile ed insapore).

Percio' capirete il mio scontento se non trovo gli occhi di bue col sapore "giusto", quello che mi fa scattare immediatamente il tanto amato flashback. E, indovina un po', qui agli antipodi pare scarseggino gli Occhi di Bue come  DIo comanda.

Percio' da brava donnina in astinenza, mi sono rimboccata le maniche e ho provato a farli da sola.
E se non si sta proprio a considerare la precisione e l'estetica, sono venuti alla grande...flashback assicurati per tutti i piccoli deturpatori di biscotti dentro di voi!

Ingredienti (per una ventina di biscotti, ma dipende dagli stampi che usate):


  • Farina 0 o 00 200g
  • Burro 125g
  • Zucchero (io uso quello di canna) 65g
  • 1 uovo
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia (o una bustina di vanillina)
  • 1 pizzico di lievito per dolci e 1 di sale
  • Ripieno: Marmellata o altro tipo di ripieno (io li ho fatti anche con nutella e l'argentino dulche de leche, niente flashback ma beh, vale la pena)
  • Un bicchierino di Vitamina R

Preparazione:

Frullare nel tritatutto la farina col burro finche' non si ottiene un composto dall'aspetto sabbioso, unire poi tutti gli altri ingredienti ed inpastare fino ad ottenere una pasta solida, che poi va lavorata per altri 2-3 minuti sulla pietra finche' non si ha una bella palla di pasta frolla, non troppo dura ne' troppo appiccicosa.
Ricoprire la pasta ottenuta con una pellicola trasparente e far riposare in frigo per mezz'ora.

Passata la mezz'ora munirsi di stampini e stendere la pasta, bisogna ovviamente creare un numero pari di basi e sopra (che saranno bucati in mezzo, io per il buco ho usato uno stampino di due misure piu' piccole).
Spennellare poi con un rosso d'uovo i biscotti creati, specialmente i sopra, ed mettere in forno, preriscaldato e preferibilmente statico, a 150 gradi per una decina di minuti. Non importa se i biscotti sono ancora chiari e non sembrano cotti, in realta' lo sono e possono completare la cottura raffreddandosi in cucina. Cosi' si mantengono piu' friabili.

Una volta che i biscotti sono ragionevolmente freddi, e' il momento di montare l'occhio di bue: base, ripieno e  sopra. Io passo sempre un po' d'acqua sui bordi della base, per far attaccare meglio il tutto, ma non credo sia necessario se non si vuol fare.

Finita la montatura, prendete il bicchiere di Vitamina R in una mano, un biscotto nell'altra e complimentatevi con voi stesse mangiando il secondo e bevendo il primo!!!

PS. i sopra essendo bucati tendono a deformarsi un po' in forno e i biscotti finali a me risultano sempre un pochino asimmetrici...se qualcuno sa suggerirmi un rimedio mi fa un grosso piacere!


giovedì, febbraio 14, 2013

Be my Valentine

Come tutti ormai sappiamo o dovremmo sapere, San Valentino e' un giorno estremamente importante per l'ovvio motivo che e' il compleanno della Ste e quindi guai a voi se non le fate gli auguri.
Subito.

Pare pero' che una fetta del mondo sia ignara di questa fondamentale ricorrenza e preferisca farsi regali romantici a vicenda, senza sapere bene il perche' (che e', appunto, il succitato compleanno della Ste).
Io, tra le poche elette a conoscenza del vero motivo per cui si festeggia, non mi sono mai interessata molto a questo rituale dello scambio insensato di sdolcinatezze.

Poi stamani arrivo in ufficio e la moglie del Capo gli ha fatto recapitare via corriere 12 mini cupcakes in una scatola col fiocco rosso e bigliettino annesso. How sweet, come direbbero qui.

Ed io ho pensato "dilettanti" e perche' in fondo sono una persona modesta ed altruista ho deciso di insegnare al mondo cosa sia il vero Romanticismo, quello con la R maiuscola. Quindi ho inviato allo Stregone un dolcissimo biglietto di San Valentino con annesso regalino grondante melassa.

Il biglietto e' questo:

(il nostro amore e' come il tesoro legendario di un Boss: prezioso, e raro)
cioe' ma non e' da farsi venire il diabete da quanto e' dolce?
L'annesso regalo e' un codice per sbloccare un'arma rara per il suo Gunserker. Che moglie fantastica che sono!

E con questo penso sinceramente di aver creato lo standard unico ed irraggiungibile del regalo perfetto per San Valentino. Fine della storia.

giovedì, febbraio 07, 2013

Pedalare! (una storia di famiglia)



Quando il nonno e' morto io avevo 8 anni. Di lui ricordo solo che era un uomo alto, magro e silenzioso, ma che mi sorrideva e batteva le mani per farmi ridere.
Sapevo che aveva fatto la guerra, come un po' tutti i nonni della mia generazione, e vagamente sapevo pure che era stato preso prigioniero in Albania e poi era tornato a casa.
Quello che non sapevo era il come.

Ma come spesso accade, davo per scontato che la sua fosse una storia "normale" di guerra - perche' quando sei adolescente non puoi capire che in qualcosa di cosi' terribile come una guerra non ci sono mai delle storie "normali" - e mi riempivo occhi e mente di altre storie, piu' famose, piu' eroiche, piu' drammatiche, piu' importanti. Quelle che, spero, conosciamo un po' tutti perche' celebrate in film, libri e documentari; film come Schindler's List, spettacoli come "Il Sergente nella neve" di Paolini o l'incredibile libro Mattatoio n.5 che mischia lucidamente fantasie fantascientifiche e ricordi autobiografici del bombardamento di Dresda.
Ed e' proprio grazie a quel libro se una sera mentre ne parlo con mio padre, lui mi dice quasi casualmente che la conosce si' la storia del bombardamento di Dresda, dopotutto c'era pure il nonno.

E' cosi che sono venuta a conoscenza della nostra personale storia di guerra.

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