venerdì, luglio 27, 2012

Let's speak about the Italians

Fatemi parlare di noi, gli Italians.

Noi siamo quel gruppo tricolore che ha ficcato un sacco di sogni, rabbia e frustrazioni in una valigia ed e' salito su un areo.
Ma non senza guardarsi indietro.
Noi guardiamo indietro costatemente, alcuni di noi coscientemente, altri senza neppure accorgersene.

E noi siamo gli Italians fortunati, quelli che ce l'hanno fatta in un posto nuovo, quelli che, come dicono qui, live the dream, vivono il sogno.

Noi qui abbiamo un lavoro, compriamo casa, facciamo amicizia.
Siamo felici.

Ma siamo anche quelli che muoiono di nostalgia al pensiero di uno stracchino fresco, che si svegliano alle quattro per guardare gli europei - magari in streaming su internet - e commentarli con chi e' dall'altra parte del mondo grazie ai social networks. Quelli che hanno imparato a farsi pane, focaccia, pizza e pasta fresca da soli, perché davvero la roba che fanno qui non si può mangiare.

Siamo pure quelli che leggono i giornali online italiani ogni giorno, che probabilmente ne sanno piu' adesso di politica di quando stavano ancora li', che partecipano a firme ed appelli perche' davvero - loro si', davvero - sanno che un paese puo' cambiare, puo' essere migliore.
E che si arrabbiano anche di più quando invece non cambia mai niente.

Perche' forse vorremmo tornare.
O forse non vorremmo tornare mai.
Ma comunque vorremmo poter decidere noi.

E sono sempre gli Italians quelli che fare il giro del mondo per tornare a casa non e' niente di strano.
Che ci diamo consigli su dove fare shopping all'aeroporto di Hong Kong, qual e' il miglior posto per un massaggio al collo nell'aeroporto di Singapore o dove si mangia un curry decente nella zona transiti dell'aeroporto di Kuala Lumpur. Con la stessa facilita' con cui si può discutere di dove andare a cena stasera o quale negozio ha i saldi migliori.

Noi siamo gli espatriati moderni, non ci raduniamo in Little Italy ma adottiamo le abitudini locali e le difendiamo con passione, perché noi sappiamo cosa voglia dire arrivare al lavoro la mattina in 5 minuti invece di due ore.
Pero' rabbrivideremo sempre di fronte ad un piatto di chicken fettuccini. E continueremo a spendere ore per cercare di far capire che no, la pizza non si farcisce con pollo ed ananas e no, non si può bere uno smoothie alla fragola col pesce fritto.
Perche' in fondo, noi Italians, noi Italiani, noi si' che si sa campare.

La nostra fortuna, la nostra diversità e il nostro più grande problema e' che noi apparteniamo a quel raro gruppo di persone che hanno due radici: una piantata alla nascita e cresciuta forte quasi a nostra insaputa, l'altra coltivata e fatta crescere con molta cura e qualche sacrificio.
Entrambe sono forti, entrambe ci portano a casa.

Peccato solo che le nostre due case abbiano l'oceano tra di loro.



mercoledì, luglio 18, 2012

Gnocchi di Topinambur, oh yeah.

Non ci ho tempo, gente.

Un bel mix di cose belle e brutte stanno accadendo in questo periodo e mi tengono lontana  dalle solite elucubrazioni mentali proprie di questo piccolissimo nodo della grande rete.
Ma il senso di colpa e le statistiche in caduta libera mi danno quotidianamente noia e quindi, fra l'altro a grande richiesta dopo la foto su facebook, eccomi a riempire il vuoto con la ricetta del mio ultimo personalissimo esperimento culinario:
gli gnocchi di Topinambur (oh yeah)

Ah, l'hot yoga e' un'ecatombe, by the way.

Allora, gli gnocchi, dicevamo.

I topinambur, questi sconosciuti, mi hanno sempre affascinato un sacco sui banconi del fruttivendolo, ma fino a questo esperimento non mi avevano mai del tutto convinta in cucina. Poi ho chiesto al macellaio di fiducia come li cucinano qua i Jerusalem artichockes, come li chiamano loro, e lui mi ha risposto che sono perfetti per puree e zuppe perche' molto morbidi e cremosi.

Ed io del macellaio di Eastbourne mi fido. Sempre.

E quindi, dato che lo stregone non e' quel grande amante del mangiare da ospedale, categoria che nella sua grande mente comprende praticamente tutti i cibi non solidi e non speziati, ho scatato l'opzione puree, ho bevuto un goccio di vitaminaR e l'idea morbidezza + cremosita' + buon sapore = gnocchi ha gloriosamente visto la luce.

Devo premettere, pero', che stavo davvero per tirare nella spazzatura tutta la "pappetta" che ne era uscita: i topinambur sono stra-morbidissimi, quindi nell'impasto ci ho dovuto mettere - oltre ad un paio di patate - pure un uovo e un'abbondante dose di farina, tant'e' che a crudo era rivoltante da assaggiare. Ed era lo stesso talmente molle da dover tirarli in padella a cucchiaiate (da qui la loro forma non proprio professionale nella foto). Poi pero' mi dispiaceva buttarli via cosi' - in fondo quella pappetta che stava per scivolare giu' dal tubo di scarico aveva un bell'aspetto dorato - allora ho deciso di dargli l'ultima chance e ho cotto 5-6 gnocchi di prova, li ho conditi giusto con un pochino di burro e pepe, assaggiati e...ed erano divini!!!
Esperimento Gnocchi di Topinambur riuscito (oh yeah.)

Quindi ecco a voi, molto ma molto ad occhio, la mia ricetta:

Per l'impasto:
topinambur, circa una decina
2 patate
sgrattugiata di parmigiano
noce moscata
uovo (anche due se avete tanti topinambur)
farina finche' non ha una sembianza almeno semisolida
sale e pepe.

Prima ho lessato i topinambur e le patate per un quarto d'ora circa, poi li ho passati nel passaverdure (quello a mano,mi raccomando!) e ho unito tutti gli altri ingredienti. Fate freddare un po' la purea di patate e topinambur prima di aggiungere l'uovo che senno' cuoce.

Per il sughetto invece ho optato per qualcosa di veramente semplice:
Ho fatto scioglere in un pentolino un po' di burro con tre foglie di salvia. Poi ho dorato in padella uno scalogno piccolo a cui ho aggiunto delle zucchine e dei pezzetti di prosciutto cotto al forno e fatto saltare tutto velocemente, mentre gli gnocchi lessavano.
Una volta cotti, ho aggiunto gli gnocchi nel sugo in padella, saltato di nuovo il tutto e poi mantecato con il burro sciolto a parte ed ovviamente rifinito il tutto con una spolverata di pepe e parmigiano.

Risultato? Un piatto proprio da provare, almeno una volta nella vita (oh yeah.)



domenica, luglio 08, 2012

Dio Cern: il Bosone e l'inevitabile scena del Fosso di Helm

E fu così che una fisica italiana, insieme ad un gruppo nutrito di altri ricercatori italiani, trovo' Dio.

Che anche la nonna adesso ha avuto la sua rivincita su noi miscredenti e ha annunciato fiera via Skype che lei lo aveva sempre detto, che Dio esisteva, eh. E adesso ci s'ha le prove.

Pero' questo post non e' qui per dibattere di filosofia religiosa con la nonna - battaglia già persa malamente in partenza - ma esplicitamente per accontentare la Caotica Dentro, che per non si sa quale inesplicabile gesto di fiducia ha chiesto alla sottoscritta un post-spiegazione de' noartri su cosa sia questo Bosone di Higgs.
Ed ovviamente una richiesta del genere e' più che sufficiente ad ingigantire il già abbondante orgoglio zittello e farlo cimentare in campi dove davvero non dovrebbe inoltrarsi, perciò ecco a voi quello che la mia mente ha elucubrato dopo ore di intensa meditazione sul nostro Bosone e sulle inevitabili domande esistenziali che porta con se':

Chi e' costui?
Perché tutti lo cercano?
Ma ci sono più le mezze stagioni?


Dando per scontato che neppure l'acceleratore del Cern possa rispondere alla terza domanda, mi sono concentrata sulle altre due rimodellando un po' una metafora apparsa sul Corriere qualche giorno fa.

Allora, pensiamo un attimo a quello che succede nell'infinitamente piccolo universo quantistico: questo posto ameno e' sovraffollato di particelle, che come potete intuire dal nome, sono tutte femmine. E non ci sono negozi. Perciò cosa facciamo di solito noi donne, se ci tolgono lo shopping?

Esatto, noi ci abbiamo di sicuro sempre tante cose da fare, meglio se più di una contemporaneamente, meglio se più velocemente possibile. Non abbiamo tempo da perdere - perché appunto non abbiamo neppure lo shopping a distrarci - e se proprio vogliamo socializzare, lo facciamo con il telefono incollato all'orecchio, senza smettere di andare velocemente da un punto A - metti caso i fornelli - ad un punto B - diciamo la scrivania in ufficio. Ovviamente A e B possono indicare un numero all'ennesima potenza di punti diversi nella vita di una donna (o di una particella, come nel nostro caso).

Come si può capire, un universo quantistico composto solo di tali particelle piene di energia e sempre in movimento alla velocità della luce non parrebbe proprio il posto da cui tutte le cose di materia "solida" e molto molto più "lenta" della luce siano create...le particelle mica hanno tempo per rallentare, stiamo scherzando?
Quindi qualcosa deve per forza accadere perché 'ste figliole rallentino e si raggruppino creando capannelli belli compatti di particelle felici e non più vogliose di continuare la loro folle corsa.
Ecco, questo qualcosa e' il Bosone - notare per favore il maschile - di Higgs, che io mi immagino così:

L'arrivo del Bosone

Immaginate solo l'effetto collettivo che un'entrata in scena del genere di un qualsiasi Bosone possa scatenare in un gruppo di particelle che non ne avevano mai visto uno in vita loro. Cioe' queste mica rallentano e basta, queste innescano un testacoda in freno a mano che neppure Schumacher ai tempi d'oro e si fiondano - letteralmente a velocità luce - su di lui.

Ed in men che non si dica il malcapitato Bosone, anche lui fotonicamente veloce prima di imbattersi nelle Particelle, si ritrova al centro di un nugolo di fans urlanti ed accalcate ed ovviamente e' costretto a rallentare il passo, facendolo di conseguenza rallentare a tutto il gruppo di particelle intorno.
Ma loro, indefesse e del tutto indifferenti al rallentamento, vengono richiamate a frotte per poterlo vedere, toccare, fotografare, stintignare e quant'altro; e per far ciò si spingono, saltellano, si appiccicano e  si compattano sempre più strette intorno a lui, inarrestabilmente, senza che nessuna di loro anche soltanto pensi di mollare la presa...finche', et voila', in un baleno diventano inseparabili ed ecco che avviene l'irreparabile ed il primo nucleo di materia solida si e' creato.

Morale della favola (sempre quella): tira più un Bosone di Higgs che un carro di buoi.


PS. Questo e' quello a cui, quasi inevitabilmente, i Bosoni assaltati dalle Particelle possono andare incontro:
Il Bosone dopo l'incontro con le Particelle



mercoledì, luglio 04, 2012

Il Fronte di Liberazione delle Aragoste

La Campagna e' iniziata!

Armatevi di carte di credito, cash, assegni, vaglia postali, traveler's cheques, libretti al portatore, valigette con doppio fondo piene di contanti e pure reni da vendere al mercato nero...il momento della liberazione e' arrivato!

Qui il Manifesto Spirituale del Fronte di Liberazione.
Qui e nella foto, i primi eroici tentativi andati a buon fine.


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