giovedì, agosto 30, 2007

Certi Giorni

Ci sono giorni in cui la tua vita cambia.
Si incanala su un nuovo binario che probabilmente la porterà ad una destinazione diversa da quella verso cui stava viaggiando.
Quei giorni così rari ed importanti riesci al massimo a percepirli come diversi, ma mai a capirli completamente, perché loro, i bastardi, fanno di tutto per fingersi giorni qualunque
infatti sono sempre uno di quei giorni in cui ti svegli la mattina e pensi solo che hai sonno e che ti sembra così faticoso prendere il solito benedetto treno, con le solite benedette facce. E poi magari durante la giornata viene un acquazzone, ovviamente quando devi uscire per andarti a comprare il pranzo, e sei contenta perché ti è riuscita una cosa al lavoro o il pomeriggio ti è passato bene grazie ad un collega simpatico.
E in quei giorni inspiegabilmente ti ritrovi ad osservare con interesse i particolari più minimi: che oggi non ci sono le papere nel ruscelletto vicino a Rifredi o che gli autisti del 28 sono tutti inspiegabilmente uguali (clonazione Ataf?) o ancora ti sorprende quanto possa essere bella e calma Firenze sotto il sole d’Agosto e dopo un temporale.
O peggio, ti ritrovi a pensare di far paura con un forte BUUUH! al tizio tutto rintanato sopra un bancomat, o di coinvolgere la gente alla fermata dell’autobus in un bel sirtaki al ritmo di quello che sta suonando nel tuo ipod…
In realtà tuttò ciò è solo un lavorio superficiale della tua mente, perchè l’inconscio, sordo a tutto il resto, è stato in attesa per tutto il tempo di quella notizia, apparsa sottoforma di una manciata di caratteri sul video, e ad essa ritorna per tutto resto dello stramaledetto giorno.
Perché sono state quelle poche parole a sancire il passaggio di binario, a comunicarti che nel disegno del Tempo il tuo filo è stato intrecciato ad un nuovo ricamo e proprio in quel momento ne è iniziata la tessitura.
Ma la mente semplicemente non può accettare tutto ciò, è un po’ troppo per qualcosa razionale come lei, e quindi, mentre l’inconscio si agita per ottenere un po’ di attenzione, lei continua, indifferente, a notare solo gli amati piccoli particolari:
due turisti stranieri che studiano una mappa al contrario nei sedili accanto…
un gatto su un muretto che si gode l’ultimo sole…
le nuvole bianche e basse che avvolgono i monti come una glassa…
due innamorati che si abbracciano sulla banchina del treno come se fosse l’ultima volta che si vedono…

lunedì, agosto 27, 2007

Discorsi Politicamente Scorretti

Chiacchierando a ruota libera con le Figlie di Bruce, è sorto il quesito (ma non chiedetemi perché!) di come sarebbero apparsi i Tre Moschettieri se Dumas fosse stato uno scrittore di best sellers, o peggio di sceneggiature hollywoodiane, contemporaneo, americano e repubblicano…per chi volesse continuare a leggere questo inutile post, ecco a voi la nostra ipotesi.

Di sicuro i quattro protagonisti sarebbero dovuti essere molto politically correct e questo avrebbe richiesto l’ovvia presenza di:
1 Moschettiere Nero, alto fiero e devoto alla causa, e magari con una bella cicatrice, che avremmo identificato in Portos.
1 Moschettiere Presunto Omosessuale, capelli biondi lunghi e boccolosi, abilissimo spadaccino, tratti gentili ed aria da dandy, che sicuramente sarebbe stato Aramis.
1 Moschettiere Donna, bellissima bravissima indomita e coraggiosissima, che per far valere i diritti del suo sesso e diventare ciò che vuole avrebbe dovuto travestirsi da uomo e vivere nella finzione…beh, ovviamente questa è D’Artagnan!
E, per finire,
1 Moschettiere Bianco Anglosassone, altro biondo e bellissimo, nonché fiero coraggioso e pericoloso, e chi più ne ha più ne metta, che per esclusione non potrebbe essere altri che Athos.

Ma ovviamente, a questo punto, anche la trama avrebbe dovuto subire qualche piccolissima modifica…non nella sua sostanza, ma giusto un po’ nel finale: in effetti per dimostrare il valore e la forte tempre morale dei nuovi Moschettieri Politicamente Corretti, Dumas avrebbe dovuto rivedere leggermente le sorti di questi personaggi. Da questa rivisitazione avremmo ottenuto che due moschettieri sarebbero morti sacrificandosi valorosamente per un bene superiore ed il primo a morire sarebbe stato sicuramente il Moschettiere Nero (certi vecchie abitudini sono difficili da sradicare negli sceneggiatori americani repubblicani…), seguito a ruota dal Moschettiere Presunto Omosessuale; ma qui siamo incerte se l’autore avrebbe fatto fare o meno l’outing in punto di morte al caro Aramis, scena sicuramente strappalacrime ma forse un po’ troppo democratica…ed alla fine quindi sarebbero rimasti sono Athos e D’Artagnan, che nel frattempo avrebbero trovato modo, fra inseguimenti e colpi di scena, di innamorarsi follemente e consumare la loro reciproca passione, portando all’inevitabile conclusione fatta di cattivoni sconfitti, amici morti vendicati, D’Artagnan subito incinta e moglie felice che lascia allegramente cappa e spada per grembiule e ramazza (questo per il repubblicano sceneggiatore è la vera realizzazione di ogni donna) e il nostro eroe bianco Athos che viene ricoperto di grandi onorificenze e ricchi premi finchè, con abile colpo di scena finale, si scopre pure che è il figlio perduto dell’appena defunto sovrano e viene quindi eletto Nuovo Re tra il tripudio della folla…
….e magari partire subito dopo indomito verso la conquista dell’Iraq…
ma questa, cari lettori, temo che sia davvero un’altra storia!



nella foto: come si divertono i pezzi di merda

mercoledì, agosto 22, 2007

Colpi di scena

Per una come me che aspira a diventare una scrittrice, i colpi di scena assumono sempre i contorni di una sfida, la trama deve filare perfetta, logica e pulita ma allo stesso tempo è bello se si riesce a far accadere cose inaspettate e improbabili, che spiazzino il lettore e gli diano l’emozione irrazionale dell’“allora forse potrebbe essere così”…
Il fatto è che nella vita, quella non scritta, a volte accadono delle cose che hanno il sapore dei colpi di scena, e ci ritroviamo in sequenze concitate in cui accade di più di quanto sembra, scene in cui sembra che ci venga offerto un bandolo della matassa, e ci lasciano in quello che sappiamo descrivere solo come un labirinto.
Una specie di colpo di scena mi è capitato tra capo e collo questa settimana e sono ancora qui a cercare di capire che tipo di storia è quella in cui sono, perché il bello delle cose senza senso è che se ti metti a rifletterci sopra possono acquistare barlumi di razionalità impensata, e quella cosa assurda che ti è capitata semplicemente potrebbe essere il tassello di mille altre storie, e acquistare mille gusti diversi, finali che fanno ridere e altri che non sanno di niente e che vivono solo grazie alla spinta di sorpresa data dal colpo di scena.
Perché ammettiamolo, certi colpi di scena alla fine lasciano con la sensazione che qualcosa non torni e tradiscono le nostre aspettative con la loro banalità.
Ho lanciato un dado ed è venuto sette, e ora mi trovo a dover capire se si tratta di un dado truccato o di un messaggio del destino, un difetto di fabbrica o un’illusione ottica. Ma ormai il dado è tratto e la sfida è cercare di capire in che modo la vita ha deciso di far tornare la storia…

domenica, agosto 19, 2007

intermezzo (di fine ferie)

Dottore:"Sai Elisa, ti vedo proprio cambiata..."
Eli:"Davvero?E invece tu sei sempre il solito Bischero!"
Dottore:"... ok, me la sono tirata da solo..."

giovedì, agosto 09, 2007

Mille di queste pagine!

Ci sono alcune vitamine che vanno prese al bisogno, altre, invece, vanno assunte per lunghi periodi. Bhe, la cura della vitamina R va avanti da due anni, non si sa bene come siamo arrivate al secondo compleanno!
Per quanto ci riguarda la cura funziona, certi suoi effetti sono davvero portentosi: la vitamina aiuta a metabolizzare la sfortuna, smuove dalla pigrizia, stimola il sorriso e l’autoironia… non c’è che dire le dobbiamo molto!
Tanti auguri al nostro blog e mille di queste pagine!!

venerdì, agosto 03, 2007

GUEST POST: sul perchè non mi laureo entro i 30 anni

Se vi state chiedendo che cos'è un Guest Post, sappiate che nemmeno noi lo sappiamo, perchè ce lo siamo inventate circa 7 minuti e mezzo fa...
Comunque abbiamo pensato che sia un simpatico modo per pubblicare la tragicomica avventura di un giovane naturalista in erba (con un per niente voluto gioco di parole...), che si è sentito in dovere di condividere l'esperienza fortemente forgiante con le sue vecchie care Ziette di Scienze Naturali e naturalmente, senza rendersene pienamente conto, anche con tutti i loro lettori...

Tutto cominciò in una fresca e cinguettante mattina di aprile.
Decisi di spedir una mail al mio prof di ecologia vegetale,il quale contro ogni pronostico,visto che le malelingue dicevano che non fosse stato aggiornato sull'esistenza del computer,mi rispose solerte in neanche un'ora.
La mail recitava così :" Cercami a lezione.cordiali saluti"
Di qui lo sventurato protagonista,che detto tra noi coincide col sottoscritto,comincia una serie di incursioni in quel di pisa, collezionando una serie cospicua di insuccessi (fondamentalmente era sempre fuori per le escursioni).
Al che il nostro mai domo protagonista viene a sapere, da un suo collega nella pizzeria a domicilio per la quale lavora fedelmente da 4 anni, che il professore a giorni terrà una conferenza di etnobotanica a pisa.
Siamo già a maggio inoltrato,il caldo comincia a essere soffocante e il richiamo del mare si fa sentire sempre più forte...
Dopo ore interminabili di interventi di luminari vari, la conferenza finisce e il nostro eroe applica la sua concezione calcistica e inizia la marcatura a uomo del professore,aspettando che si liberi dalle miriadi di rompicoglioni (ops....).Passa un'altra ora e mezzo (nel frattempo mi ci sono incastrati anche un paio di prosecchi offerti al buffet) prima di vedere il prof che si avvia all'uscita solo senza personaggi molesti intorno.
Con un guizzo felino degno di cannavaro ai tempi dello scudetto strameritato con la juve(su questo le autrici del blog si dissociano largamente.NdR) il nostro ragazzo raggiunge il professore chiedendogli il famoso e tanto agonato appello. Costui risponde senza pietà" Cercami a fine giugno,perchè parto per un mese e più". Ma Marco(appunto il nostro caro e affezionato protagonista) non è un ingenuo,ricorda la serie interminabile di insuccessi e come quest'uomo sia difficile da trovare,per cui si premura di chiedere le modalità del contatto.La risposta è la seguente "Al telefono al dipartimento di agraria".
Successivamente passa quel famoso mese e Marco si dedica senza nenache troppo impegno allo studio,aspettando il giorno X.Una volta arrivato, inizia la missione denominata "Operazione telefono" nella quale Marco mostra tutta la sua tenacia e pure di avere le capacità di lavorare in un call center a 3,5 euro all'ora...
Sono decine e decine le telefonate,ma del prof Tomei neanche l'ombra. Tuttavia Marco comincia a sognare un'avventura erotica con la segretaria,con la quale ormai è nata una certa intimità.
Siamo a luglio inoltrato,il richiamo del mare è diventato un'urlo,ma Marco ormai pensa solo alla differenza tra una pianta sciafila ed una eliofila.
Per cui decide di tornare alla buona e vecchia mail,con la quale,smentendo per la seconda volta la leggenda che aleggia intorno al professore,riesce ad ottenere il tanto sospirato obbiettivo: finalmente è fissata la data dell'esame.
Il giorno dell'esame(per la cronaca siamo poco dopo il 15 luglio) si presenta all'appello ed aspetta il suo turno per quasi 3 ore,visto che era stato gentilmente messo come ultimo dell'elenco.Arrivato il suo tanto sospirato turno, si siede, si gusta ogni momento fino a che arriva acuta ai suoi orecchi la seguente domanda:
" Ma lo sai che mi sa che non ti posso fare l'esame io?"
Apocalisse! Tempesta di fuoco e fiamme dentro il cuore del nostro caro. Ma lui non demorde e prova con la via della diplomazia,che tante volte in passato si è rivelata utile (anche se dal profondo l'impulso sarebbe stato quello di tirarlo sotto dalla finestra a congiungersi con la sottostante distesa bianco candida di Achillea millefollium). Il nostro eroe prova con pazienza a spiegare il tutto,ma il prof è irremovibile: Marco non ha più il diritto accademico di dare l'esame con lui, essendo passati 3 anni dall'anno che ha seguito il corso con il professore.
Per inciso, se Marco avesse detto di averlo seguito un'anno dopo di quando in realtà l'ha seguito, avrebbe potuto avvalersi di tale diritto senza neanche un controllo sulla veridicità di tale affermazione. Ma egli viene dalla provincia,dai campi e dal bar di Badia, e qui si è dimostrato un ingenuo campagnolo.
Al che sul volto del prof e sopratutto nei suoi occhi comincia a farsi largo un bagliore di pietà e di umana comprensione e decide di telefonare al nuovo titolare del corso e chiedere il permesso di poter fare l'esame al nostro distrutto protagonista.
Ovviamente i più che si aspettano il colpo di scena avranno già capito l'esito di tale telefonata: il permesso viene negato,l'esame lo vuole fare il nuovo professore e la data non si cambia : 26 settembre.
Il nostro eroe torna a casa imprecando e a testa bassa....
E' una novella ma senza happy end.
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