lunedì, dicembre 22, 2014

I tre nodi. Favoletta di Natale sulla differenza di genere.

Tutti gli studi sul DNA umano hanno sempre evidenziato come la nostra specie abbia un codice genetico pressoche' identico per tutte le sue diverse razze. Paradossalmente, ma in realta' manco troppo, la differenza genetica piu' spiccata si ha tra noi donne (un intero cromosoma in piu'!) e voi uomini.
Sebbene spesso mi bulli di questo patrimonio generico piu' ricco, ancora piu' spesso mi devo rendere conto che non sempre la complessita' aiuta nella vita di ogni giorno. Specialmente quando un essere piu' complesso si trova a dover cercare di capire un esemplare un po' piu' semplice. Insomma, ogni volta che noi donne cerchiamo di capire cosa passa per la testa a voi uomini. E credeteci, e' un po' il nostro sport preferito (ma cosa ve lo dico a fare, vero?).

La storia dei tre nodi, che risale ormai a forse piu' di 10 anni fa e i cui protagonisti adesso sono felicemente sposati e genitori orgogliosi, e' uno degli esempi piu' fulgidi di questo sport prettamente femminile, il famoso 'ma secondo te lui che voleva dire con questo?' (Dovrebbero farlo disciplina olimpica)

La storia ha inizio quando M. e R. si incontrano in discoteca, un sabato sera di tanti anni fa. Tra loro scatta subito qualcosa e i due si scambiano i numeri. Il giorno dopo M. chiama la sottoscritta per una chiacchierata 'd'emergenza' davanti al nostro classico caffe'. Ovviamente seguono diversi (molti) minuti di dettagliate descrizioni su R.: cosa indossava, che scarpe aveva, il cappotto di montone ommioddio, che cosa si sono detti (cercando ovviamente di ricostruire le frasi scambiate in tutta la serata parola per parola, in caso ci fossero dei sottintesi importanti che potrebbero essere sfuggiti alla prima interpretazione) e se richiamera' entro la sempre taciuta ma universalmente riconosciuta data di scadenza dei tre giorni. Normale amministrazione, insomma.

Questa volta pero' c'e' un dettaglio insolito che merita attenzione e sopratttutto il dispiego poderoso di tutto l'arsenale analitico dotato al genere femminile dal famigerato cromosoma in piu': R. quella sera indossava anche una semplicissima catenina d'oro, senza alcun pendaglio, ma con tre nodi fatti manualmente (probabilmente da lui stesso).
Cosa poteva significare? Che cosa rappresentano quei tre nodi?
E' chiaro che un dettaglio del genere non possa essere trascurato. Potrebbero questi tre nodi indicare la sua famiglia, i genitori e un fratello o una sorella? Ovviamente la prima sera che due si conoscono e per di piu' in discoteca, la composizione del nucleo famigliare non e' proprio il primo argomento di discussione, quindi non abbiamo dati sufficienti a disposizione per validare la tesi. Pero' invece che indicare la famiglia, magari i nodi sono per qualcosa di piu' profondo. Forse sono le sue ex-ragazze? Certo sarebbe un po' tamarro segnarsele con dei nodi...oddio, e se invece sono amici che sono morti? O qualche altro lutto? Che cosa terribile, che uomo tormentato!
E se invece il bastardo fosse fidanzato ed ogni nodo corrisponde ad un anniversario?

Beh, immagino sia chiaro pure a voi che a quel punto la faccenda dei tre nodi fosse diventata di vitale importanza e se mai R. avesse richiamato M. (entro i tre giorni, altrimenti e' ovvio che non e' interessato a sufficienza e va quindi mandato velocemente a spigare), lei avrebbe dovuto scoprire prima possibile il significato di quei benedetti nodi.

Detto fatto, R. richiama il giorno dopo, puntuale e concentrato come un segugio che ha fiutato l'osso, i due si rivedono e da li' inizia questa loro lunghissima storia d'amore che e' ancora in corso.
Ma ovviamente alla prima occasione utile M. chiede il significato dei nodi.
R. la guarda quasi sorpreso e le risponde:

"Quali, questi? Ah, beh, e' che la collanina mi stava troppo lunga quindi ci ho fatto i nodi per accorciarla."

Morale della favola: che siate maschi o femmine ricordate che e' Natale e che probabilmente l'altro sta davvero facendo uno sforzo enorme per capire un cervello che funziona in maniera decisamente diversa dalla vostra. Quindi, almeno fino a Befana, siate piu' buoni con l'altro genere!

Buone feste, eh. Mangiate pandori anche per me!


martedì, dicembre 02, 2014

Sul dramma del taglio di capelli

Lunghi Lungh a 17 anni
Io ed i miei capelli abbiamo sempre avuto un rapporto d'amore ed odio come neppure Rossella e Rhett Bluter. E' che io ai miei capelli ci voglio bene: sono ribelli ed anarchici, tendenti sempre e comunque a far come gli pare e piace e restii a qualsiasi tipo di cambiamento. Insomma, son capelli fini ma carichi di personalita'.

Famosi fra i parrucchieri della lucchesia gli episodi di rigetto del colore al primo shampoo (da riflessi ramati a biondo basico nel tempo di una doccia, che pareva fra l'altro il set di Psyco) o di rifiuto totale a piegarsi in riccioli: due permanenti nel giro di una settimana annullate con due docce nella settimana seguente. Credo sia materiale da Guiness dei Primati.

Il problema con capelli del genere e' che l'unico modo per poterci convivere e' ignorarli. Ritrose, stopposita', pieghe strane...nulla, manco un secondo sguardo nello specchio. Giusto il tempo di spazzolare e districare i nodi e ciao. Forse per questo motivo, o forse per la sindrome da principessa Disney (Bella Addormentata noi ti odieremo per sempre), i miei capelli sono sempre stati lunghi lunghi.
In realta' ho tagliato i capelli solo due volte nella vita.
I piu' corti a 24 anni
La prima fu un trauma che ricordo ancora bene: ero in seconda media e volevo davvero tanto fare la 'persona grande' percio' decisi di dare un taglio non metaforico al look da piccola principessina bionda. La mamma mi porto' dal suo parrucchiere in citta', il salone di Luigi in Piazza San Frediano, per un taglio a caschetto sulle spalle. Mentre ero li' che aspettavo, mi sciolsi i capelli di fronte allo specchio e loro - i maledetti - ricaddero fluenti fin quasi alla fine della schiena, lievemente ondulati e splendenti come MAI lo erano stati prima. Bastardi. Ed io li', a fissare questa cascata bionda nello specchio.
Ovviamente mi misi a piangere: grossi lacrimoni silenziosi che mi rigavano le guance. Luigi mi chiese allora se non volessi giusto una spuntatina, ma riuscii a ritrovare il controllo della situazione e decisi di continuare: mi fece una bella treccia, con elastico in cima ed in fondo e poi zac, un bel colpo di forbici e mi ritrovai la treccia in mano come souvenir (credo sia ancora da qualche parte nell'armadio sottoscala a Lucca. Non chiedetemi come abbia fatto ad arrivare fin li'.)
L'unica altra cosa che ricordo di quel taglio e' che spesso ci facevo l'orripilante frisee che andava tanto di moda ad inizio anni 90 con una piastra comprata apposta dalla mamma. Ed evindentemente che decisi quasi subito di farli ricrescere. (Il frisee...ma vi rendete conto a quali torture ci hanno sottoposto gli anni novanta? Davvero non bastavano i fuseaux con le ghette?)

Il secondo taglio invece non ricordo assolutamente ne' quando ne' come me lo sia fatto. Testimonianze fotografiche mi vedono con capelli lunghissimi fino al 2001 e poi con capelli corti corti dal 2002. Quindi una qualche febbre da nuovo millennio mi deve aver colto nel frattempo e fatto adottare il caschetto corto che mi sarei poi portata per tutto l'erasmus e pure un po' oltre. Un taglio di sicuro molto meno traumatico del precedente.
Cespugliami!
Da li' in poi tutta una discesa, modellata con amore dalla mia fantastica Daniela, fino al super cespuglio biondo post-matrimonio...che probabilmente ha segnato un po' il limite finale per i capelli a principessa Disney, dato che ormai da tempo il mio role-model non e' piu' la Bella Addormentata ma quella stilosissima e capacissima donna in carriera che e' Malefica.
E quindi sono tre annetti che galleggio fra lunghezze medie in cerca del coraggio per compiere il terzo taglio.
(Daniela non mi avrebbe mai permesso di scrivere queste righe, ogni taglio per lei era un sacrificio personale!)

Ora, mettiamo che finalmente abbia trovato il coraggio di decespugliarmi, ecco che improvvisamente mi si aprono nuove, troppe, frontiere: pensate di dover decidere voi il vostro primo taglio dell'era internet!
Le altre due volte che mi sono tagliata i capelli non c'era nessuna connessione globale ad assistermi. Quello che una doveva fare allora era andare dal parrucchiere e sfogliare cataloghi e riviste finche' non le saltava agli occhi qualcosa che le piaceva. Al massimo, se una era proprio organizzata, si ritagliava qualche immagine di pettinature delle star da TV Sorrisi e Canzoni o simili.
Invece adesso c'e' Pinterest.
Pinterest e' il male, fatevelo dire. Pinterest ti trova i tagli non solo della misura che vuoi ma pure adatti al tuo colore ed al tipo di capelli. E sono milioni!
La pazzia. L'orrore della troppa scelta. Una ci puo' affogare di Pinterest, davvero.
Comunque.
Senza lasciarmi prendere - troppo - dal panico e senza farmi trascinare - troppo - dall'entusiasmo, ecco una carrellata di tagli che mi potrebbero piacere. Pronti?
Et voila', direttamente dalla mia board creata per l'evento:

tanti tanti tagli...
Per ora la preferenza va al primo:

te piacerebbe senbrare cosi' eh! #credici
anche se i miei capelli dopo saranno sicuramente piu' simili al secondo...frizzosi e disordinati
Suggerimenti? Idee? Altre immagini? (Gesu', rispondete di no alla terza domanda, vi prego!)
Insomma che faccio, taglio?

(PS. certo, poi c'e' anche quel piccolo dettaglio di trovare qui in NZ il parrucchiere che sappia farmelo, il taglio che scelgo, ma vabbe', un passo alla volta!)
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