Dalle notizie di Yahoo:
ROMA (Reuters) - Il governo è pronto a ricorrere alle forze dell'ordine per impedire l'occupazione di scuole e università da parte di chi protesta contro il decreto Gelmini e i tagli previsti dal governo per gli atenei. E' la linea della fermezza enunciata stamane dal premier Silvio Berlusconi, a cui l'opposizione ha risposto con un appello al Viminale, affinché "non venga sfiorato neanche un capello" agli studenti.
Durante la conferenza stampa di stamani a Palazzo Chigi insieme al ministro della Pubblica istruzione Mariastella Gelmini, convocata per difendere il decreto legge sulla scuola dopo le proteste e gli scioperi dei giorni scorsi, il presidente del Consiglio ha attaccato le "falsità" dell'opposizione e la stampa rea di non mostrare la dovuta attenzione al provvedimento.
"Voglio dare un avviso ai naviganti: non permetteremo che vengano occupate scuole e università perché l'occupazione dei posti pubblici non è un fatto di democrazia, ma di violenza nei confronti di altri studenti, delle famiglie e dello Stato", ha detto Berlusconi.
Oggi Berlusconi ha incontrato il ministro dell'Interno Roberto Maroni e in serata una note del Viminale avverte che domani il sottosegretario Alfredo Mantovano e i vertice della polizia faranno "una ricognizione dei rischi per la sicurezza" derivanti da "eventuali forme violente di protesta".
A chi gli chiedeva di precisare cosa significasse esattamente il ricorso alle forze dell'ordine, Berlusconi ha scandito: "Sono assolutamente convinto che lo Stato debba garantire i diritti dei cittadini. Faremo lo Stato. Chi compie reati lo sappia".
"Avete quattro anni e mezzo per farci il callo, io non recederò di un centimetro", ha precisato il premier.
NAPOLITANO: NON POSSO DECIDERE DA CHE PARTE STARE
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, rispondendo alla sollecitazione ad intervenire che gli è stata rivolta da una rappresentanza di studenti, dottorandi e ricercatori, ha detto di non potere prendere posizione sulla vicenda e ha invitato tutte le parti al dialogo.
"Al Presidente della Repubblica non spetta pronunciarsi nel merito dell'una o dell'altra soluzione in discussione, né suggerirne una propria, ma spetta solo richiamarsi ai principi e alle regole della Costituzione", ha detto in una nota.
Il capo dello Stato ha aggiunto che "gli investimenti nella ricerca dovrebbero costituire una priorità" e che è "indispensabile" che su questi temi "si apra all'ascolto reciproco".
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, rispondendo alla sollecitazione ad intervenire che gli è stata rivolta da una rappresentanza di studenti, dottorandi e ricercatori, ha detto di non potere prendere posizione sulla vicenda e ha invitato tutte le parti al dialogo.
"Al Presidente della Repubblica non spetta pronunciarsi nel merito dell'una o dell'altra soluzione in discussione, né suggerirne una propria, ma spetta solo richiamarsi ai principi e alle regole della Costituzione", ha detto in una nota.
Il capo dello Stato ha aggiunto che "gli investimenti nella ricerca dovrebbero costituire una priorità" e che è "indispensabile" che su questi temi "si apra all'ascolto reciproco".
OCCUPAZIONI IN CORSO A NAPOLI E TORINO
Da giorni gli studenti delle università, in manifestazioni organizzate o spontanee, protestano contro la riduzione dei finanziamenti statali per gli atenei, il blocco del turnover del personale e il rischio di privatizzazione dell'università -- misure che discendono dalla manovra triennale approvata dal Parlamento la scorsa estate.
Dopo gli scontri di ieri a Milano tra studenti delle università e forze dell'ordine alla stazione Cadorna, oggi a Napoli oltre 2.000 tra studenti, ricercatori, docenti e precari hanno dichiarato l'occupazione ad oltranza di Palazzo Giusso, la sede dell'Università "Orientale", "fino al ritiro assoluto della legge 133", secondo quanto riferito dal sito degli studenti universitari uniriot.org.
A Torino, gli universitari hanno occupato da ieri sera Palazzo Nuovo, sede di facoltà umanistiche, mentre la scorsa settimana un tentativo di occupazione è sorto anche alla Statale di Milano e disordini si sono verificati in molti altri atenei, tra cui La Sapienza a Roma.
Protestano anche gli studenti delle scuole superiori, contro il decreto Gelmini, che prevede per il ritorno al maestro unico alle elementari e sostanziosi tagli nel corpo docente per ridurre la spesa.
Il decreto legge, approvato con il ricorso alla fiducia alla Camera il 9 ottobre, è all'esame del Senato e il governo vorrebbe approvarlo definitivamente entro la prossima settimana.
Da giorni gli studenti delle università, in manifestazioni organizzate o spontanee, protestano contro la riduzione dei finanziamenti statali per gli atenei, il blocco del turnover del personale e il rischio di privatizzazione dell'università -- misure che discendono dalla manovra triennale approvata dal Parlamento la scorsa estate.
Dopo gli scontri di ieri a Milano tra studenti delle università e forze dell'ordine alla stazione Cadorna, oggi a Napoli oltre 2.000 tra studenti, ricercatori, docenti e precari hanno dichiarato l'occupazione ad oltranza di Palazzo Giusso, la sede dell'Università "Orientale", "fino al ritiro assoluto della legge 133", secondo quanto riferito dal sito degli studenti universitari uniriot.org.
A Torino, gli universitari hanno occupato da ieri sera Palazzo Nuovo, sede di facoltà umanistiche, mentre la scorsa settimana un tentativo di occupazione è sorto anche alla Statale di Milano e disordini si sono verificati in molti altri atenei, tra cui La Sapienza a Roma.
Protestano anche gli studenti delle scuole superiori, contro il decreto Gelmini, che prevede per il ritorno al maestro unico alle elementari e sostanziosi tagli nel corpo docente per ridurre la spesa.
Il decreto legge, approvato con il ricorso alla fiducia alla Camera il 9 ottobre, è all'esame del Senato e il governo vorrebbe approvarlo definitivamente entro la prossima settimana.
Questo blog non fa e non fara' mai politica, noi siamo persone che godono delle piccole cose e queste soltanto vogliamo condividere nella rete, ma certe notizie fanno venire la pelle d'oca anche a 19200km di distanza. Esprimo la mia completa solidarieta' a tutti i ricercatori, gli assistenti e i dottorandi, persone fantastiche che mandano avanti la ricerca nonostante tutto e tutti. Non posso tollerare che questa gente, spesso precaria e costantemente in bilico, ma che continua lo stesso ad amare il proprio lavoro cosi' importante per il progresso di una nazione, sia trattata alla stregua di criminali sovversivi.
E' un'affronto a qualsiasi tipo di buon senso.