lunedì, aprile 15, 2013

L'isola che non c'e'



Tanto e' inutile. Maledetta mente umana.
Che tu ci provi sempre, ogni benedetta volta che ti ritrovi in una di queste isole che ci sono si', ma non eistono proprio veramente.

Ci provi in tutti i modi quando sei li' con i piedi nell'acqua caldissima al tramonto e la brezza leggera che solleva il pareo ed accarezza i capelli ancora umidi e gia' schiariti.
Tutti i tuoi sensi sono all'erta: le orecchie che captano i suoni di quella spiaggia, dal fruscio del vento nelle palme allo sciabordare delle onde sulla battigia, passando per il canto degli uccelli, la noce di cocco che cade sulla sabbia, la pinna di un pesce pappagallo che schiaffeggia per un attimo la superficie dell'acqua. Senti la sabbia ed il sale sulla tua pelle e nei capelli mentre ti circondano il calore che si irradia dalla spiaggia, il profumo di fiori esotici che si espande nell'aria e quel sapore unico del mare che ti degusti sulla lingua quasi fosse un vino pregiato.
E i tuoi occhi, infaticabili, spaziano, toccano, registrano ed assimilano tutto, le nuvole leggere all'orizzonte, l'oro degli ultimi raggi di sole sulla sabbia corallina e le infinite sfumature di blu di quell'oceano sempre cangiante.

E per un attimo sei sicura di avercela fatta, di aver catturato l'essenza dell'isola - la sua tangibile realta' - ed averla finalmente intrappolata dentro di te per poterla far rivivere appieno ogni volta che questo cielo grigio e questo vento freddo minano il tuo umore.

Poi ritorni a casa e come accade ogni volta quel complesso e fortemente voluto castello di immagini, emozioni e vita comincia inevitabilmente a sbiadire e fragmentarsi come fosse un sogno di quelli belli, quelli che la mattina dopo appena sveglia ti prometti di non dimenticare mai piu'...e l'isola ritorna irreale, un posto che forse c'e' e forse no, ma e' comunque lontano e distante, nella tua mente, almeno quanto quella seconda stella, e poi a destra...


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