venerdì, agosto 07, 2015

Ohana vuol dire famiglia

"Ohana vuol dire famiglia.
Famiglia vuol dire che nessuno
viene lasciato indietro
o dimenticato"

E' uno dei pensieri ricorrenti di noi quaggiu', a voce non ce lo diciamo quasi mai, ma diventa palese quando succede qualcosa d'importante o semplicemente se ci fermiamo a pensarci su, come fa la Viviana in questo bellissimo post, a cui voglio allacciarmi per cercare di spiegare cosa sia questa nostra strana Ohana neozelandese.

Ohana vuol dire famiglia. Ma noi che siamo da questa parte del mondo la famiglia l'abbiamo lassu' lontana; il nostro piccolo gruppo di parenti ed amici che e' stato da sempre il nostro nido, il nostro punto di riferimeno, il nostro appiglio sicuro nei momenti di difficolta', adesso e' dall'altra parte di due oceani. E si', e' ovvio che ci siamo sempre gli uni per gli altri, che la nostalgia e la voglia di stare insieme sono ancora forti e luminose come un diamante dentro di noi, ma nella vita di ogni giorno, inutile negarlo, non possiamo essere totalmente presenti.

All'inizio una pensa che ce la puo' fare anche da sola; in due, poi, in teoria siamo gia' una piccolissima famiglia, chi ha bisogno degli altri? Gli altri pero', piano piano arrivano. E ti entrano sotto la pelle. Sono kiwi, sudafricani, europei...ed italiani. Ti rendi conto che - forse involontariamente o forse no - ti stai circondando di persone con cui vuoi condividere la tua vita, a cui ti affidi nei momenti di bisogno, con cui passi Pasqua e Natale. 
E' un tipo di amiciza particolare, che ti fa sentire tranquilla, protetta, parte di un qualcosa, in un posto che senti tuo solo da poco tempo.
 
Ed e' una sensazione ancora piu' forte se queste persone sono altri espatriati, molti di loro, ma non tutti, italiani come te. Ci riconosciamo nelle vicissitudini, nelle emozioni e nelle esperienze di queste persone un po' speciali, ci scegliamo a vicenda perche' stiamo bene insieme, come nelle amicizie piu' belle, ma piano piano il nostro rapporto diventa qualcosa di diverso, di collettivo. 
Fai un colloquio di lavoro? Mandi un sms a casa che leggeranno fra ore e poi chiami subito noi qui.
Ti ricoverano all'ospedale per una puntura di vespa? Chiedi aiuto a qualcuno di noi qui.
Il tuo ragazzo ti lascia? Ti affidi subito alle amiche qui. Poi ne parli anche alle altre, quando si svegliano, quando stai un po' meglio.


Ci consideriamo 'amci' - e siamo pure stupiti dall'essere riusciti a creare una rete cosi' forte di amicizia al di la' del mondo ed alla nostra eta' - ma la realta' e' che siamo qualcosa di piu' gli uni per gli altri: tutti siamo disposti a dare quel briciolo in piu', siamo disposti ad aprirci quella frazione in piu', a passare sopra alle piccole cose a fare l'extra mile, il passo in piu', per poterci vedere, stare insieme, supportarci a vicenda.
Vorremmo vivere in una corte, per passare le serate 'a veglia' nel cortile comune come facevano i nostri nonni.

La verita' alla fine e' semplice: siamo una famiglia. Una famiglia dispersa da Auckland a Dunedin. Una famiglia sgangherata, che si conosce poco ma si capisce tantissimo. Una famiglia che abbiamo deciso di creare dal nulla, di comune accordo. Surrogata, non comparabile all'originale, ma bella e preziosa.

Dove nessuno viene lasciato indietro o dimenticato.



1 commento:

Letizia in Cucina ha detto...

Deve essere una gran bella famiglia!

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