martedì, maggio 22, 2007

DISCOVERY ZITELLA – L’HOMO ACCOPPIATUS. Parte Prima

Come molti di voi già sanno, la pacifica vita delle vostre due zitelle naturaliste ha subito negli ultimi tempi un piccolo scossone…ma per tranquillizzare coloro che credevano di aver perso una metà del loro duo di riferimento voglio svelare un segreto: sono in missione segreta per conto di Darwin!
Per il bene di tutte le zitelle dentro e fuori del mondo conosciuto, infatti, abbiamo capito che non potevamo continuare ad ignorare più o meno totalmente usi, costumi, pensieri ed abitudini della strana ma diffusissima specie animale Homo Accoppiatus, conosciuto anche nel gergo col nome di Pari. Perciò abbiamo deciso di studiare questa specie a noi totalmente estranea nel modo più scientifico possibile, ovvero calandosi totalmente nei panni di una Pari, in modo da capire realmente cosa vuol dire essere un Accoppiatus. Lo studio, indubbiamente difficile, richiedeva come requisito iniziale una volontaria della nostra specie ed io, dopo attenta riflessione, mi sono coraggiosamente offerta.
In questi pochi mesi di ricerca sono emerse le prime peculiarità generiche della nuova specie, che vado ad illustrarvi:
il Pari ha come principale caratteristica il fatto che si muove sempre in branchi di due, che probabilmente è il nucleo sociale minimo, o multipli di due; ma alcune volte non disdegna la compagnia di elementi della nostra specie, che chiama generalmente “Dispari” e con cui instaura uno strano rapporto. Infatti sia i Dispari che i Pari tendono sempre e comunque a considerare gli esemplari dell’altra specie come esseri piuttosto strani ed incomprensibili, anche se a tratti molto buffi, e finiscono col trattare l’estraneo con una certa latente superiorità. Però, mentre noi Dispari ci limitiamo all’interazione occasionale con gli Accoppiatus, questi sembrano sempre ossessionati dal desiderio di trasformare coppie di Dispari in nucleo base di Pari, tanto che spesso organizzano ritrovi interspecifici dove per caso gli unici Dispari presenti sono due e generalmente di sesso opposto. È interessante quanto inquietante vedere come i Pari spesso siano convinti che per due Dispari il fatto di essere tali dovrebbe già rappresentare ciò che definiscono ”un sacco di cose in comune” e quindi spianare per loro la strada verso la veloce conversione in Accoppiati.
Uno dei miei propositi sarà appunto quello di studiare le caratteristiche del meccanismo mentale che innesca nell’Accoppiatus questo forte desidero di accrescere il proprio numero, in pieno accordo fra l’altro col principio della Conservazione della Specie. Da una prima analisi tenderei a considerarlo come una sorta di imprinting autoindotto, ma possiedo ancora troppe poche conoscenze a riguardo e quindi preferisco rimandare ai prossimi articoli gli eventuali approfondimenti.

mercoledì, maggio 16, 2007

Regali di compleanno

La vita certe volte ci concede più di quello che ci aspettiamo rendendo sorprendente un giorno che era nato come il solito compleanno.
Mi sono svegliata con due certezze la torta di fragole e la visita dal dermatologo nel pomeriggio, nel lungo dormiveglia mattutino mi sono messa a pensare che forse nella serata avrei potuto scrivere un post sulle mie allergie, infondo per quello andavo dal dottore no?
Ebbene no.
O meglio non solo per quello. Non era infatti un semplice dottore quello che mi aspettava, ma uno di quei dottori mistici che guardandoti negli occhi vedono oltre, dando dei nomi a quello che già qualcuno aveva intuito ed esplicitato con l’espressione “brutta cera”. In poco più di mezzora mi sono ritrovata con uno screening completo delle mie allergie, analisi del sangue, spirometria e un’ecografia. I miei regali di compleanno.
È chiaro che il dottore mistico qualche secolo fa sarebbe stato bruciato come untore, ma visto che io qualche secolo fa, in quanto zitella amante dei gatti, sarei stata bruciata come strega non mi lamento e mi rivolgo direttamente al meteorite (unica catastrofe che mi manca) dicendo: “cosa diavolo stai aspettando?”

P.S. Grazie per gli auguri.

martedì, maggio 15, 2007

Come in un film

Al Morning Show di RDS c'è la stagista Saretta che viene regolarmente salutata in diretta ogni mattina alla fine della trasmissione. Probabilmente il suo stage lo ricorderà come pieno di musica e cantanti famosi, e probabilmente la pagano anche...
Il mio stage invece sta cominciando ad assumere inquietanti caratteristiche cinematografiche, come fra l'altro avrebbe dovuto aspettarsi una cinefila in esilio come me. Il problema è che non ho ancora capito di che genere sia il film che sto girando in questi giorni di lavoro, mentre mi scontro senza alcuna speranza con i fantomatici pannelli fluttuanti di ArcGIS Server.
Ci sono diverse possibilità:

Floating Panels: Commedia Agrodolce che narra le vicende di una bionda Stagista non pagata e delle banali casualità che fanno prendere alla sua vita più pieghe inaspettate, a seconda di come si aprono o si chiudono dei pannelli fluttuanti, con alla fine una gran confusione per lo spettatore disattento e un forte mal di testa per la protagonista.

L'invasione dei Pannelli Fluttuanti: Pellicola di Fantascienza a basso budget in cui una bionda Stagista non pagata si ritrova sola ad affrontare l'invasione degli spietati e orripilanti Pannelli Fluttuanti, che riescono a far fuori allegramente più della metà della popolazione terrestre, fra urla, arti amputati, corpi esplosi e fiumi di sangue, prima che la nostra eroina li stermini tutti staccando dalla corrente la spina della loro Nave Madre. Notevoli gli effetti speciali, interamente realizzati con prodotti alimentari biologici.

La Stagista fa la doccia dietro i Pannelli Fluttuanti: Commedia Sexy anni 70, in cui una bionda Stagista non pagata si ritrova per 90 minuti a fare una serie impressionante di docce in box chiusi solo da strategici pannelli fluttuanti, forniti sempre di inspiegabili buchi per inesistenti serrature e da cui Pierino cerca in continuazione di spiarla. La trama è un po' lacunosa e i dialoghi scarsi, ma alla fine la Stagista può vantare il fatto di essere una delle donne più pulite del cinema.

La Casa dai Pannelli Fluttuanti: Film Horror in cui una bionda Stagista non pagata rimane l'unica sopravvissuta di un gruppo di giovani lavoratori stipendiati in quanto durante il film decide di non aprire quella porta, di non scendere nella cantina buia, di non andare a vedere cosa sono quegli strani rumori in soffitta, di non dormire dentro la strana casa abbandonata preferendole un sano bivacco improvvisato all'aria aperta, di portare sempre con se un Kalashnikov carico e di non rimanere troppo impressionata da buffe bimbette morte che escono fuori dallo schermo tv, in fondo i canali si inventerebbero di tutto per un po' di audience...Che sia proprio la nostra protagonista ad aver qualcosa da nascondere?

Insomma, questa è l'ennesima dimostrazione che la vita delle Zitelle Dentro è sempre come un film...peccato che nessuno ancora sia riuscito a capire di che genere si tratti!

venerdì, maggio 11, 2007

Miglior calamita da frigo


Rendo pubblica la foto che ci ha mandato albolo. Sembra troppo la Tea!

mercoledì, maggio 09, 2007

Frigorifero + calamite


Per indole non sono una persona a cui piace conservare le cose, il collezionista di casa è mio fratello,Non mi piace vivere di ricordi anzi credo che certi pensieri abbiano la scadenza, certe cose vanno lasciate finire, prima che marciscano intaccando tutto il resto.
Mi piace consumare, scrivendo, le cose che mi porto dentro, mi piace fare piazza pulita ogni tanto e rinnovare un po’, dare una leggera sbrinata e andare avanti.
Per questo oggi mi sono messa a buttare via un po’ di roba, ci ho sempre provato un certo gusto a buttare via le cose vecchie; mi piace guardare negli occhi un oggetto e potergli dire con un certo orgoglio: “Sai caro portachiavi-morbidino-a-forma-di-pesce ti sono sopravvissuta! He si adesso ho altri portachiavi e credo che sia arrivato il momento di lasciarti andare per la tua strada. Non ha più senso continuare a tenerti nel cassetto, spero che anche tu te ne renda conto…”
Ma nonostante la mia indole gli anni mi hanno appiccicato addosso cose da cui non riesco a liberarmi, e questo mi pesa come una sconfitta; vorrei essere in grado di fare a meno di tutto (l’ascesi mi ha sempre intrigato…) per poter fare spazio a qualsiasi cosa. Ora so che ci sono degli oggetti che non potrei mai buttare via, degli atteggiamenti che non potrei mai abbandonare, degli spazi che non saranno mai liberi del tutto perché occupati da cose che sembrano non andare mai a male. Infide e malefiche mi sono piombate addosso cose che non si staccano più. Sono diventata uno di quei frigoriferi con le calamite attaccate sopra.
Sottovoce, per non insospettire il termostato, ringrazio queste piccole cose per la compagnia che mi fanno nonostante tutto, per il colore che danno alla mia vita e, in quello speciale scompartimento del frigo chiamato cuore, spero che continuino ad esserci per dare un po’ di carattere a quello che sono.
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