giovedì, marzo 06, 2008

Cuba Street

Secondo me Cuba Street si trova in uno di quei rari punti di intersezione del continuum (perchè poi bisogna usare il corsivo per questa parola?) spazio-temporale che tanto piacciono a noi trekker accaniti.
In altre parole, è un posto fuori dal tempo.
Immaginatevi una strada con gli edifici della S.Francisco prima del grande incendio, l'atmosfera di Cuba degli anni 50 e la gente di Pigalle ai tempi dei bohemien...su per giù...se riuscite a combinare questi tre elementi capirete quello che voglio dire.
Solo il clima è neozelandese...
E mentre sto qui a crogiolarmi in questo tempo sospeso ed insieme ad osservale la gente - qualcuno scrive, molti disegnano o bevono caffè, c'è laggiù in fondo un orchestrina di...peruviani?, qualcuno ancora studia, o legge, oppure semplicemente chiacchiera al sole - credo all'improvviso di aver capito il segreto di questa strada:
le panchine.
sì, perchè pensateci bene: in italia le panchine sono diventate un oggetto in via di estinzione...nelle stazioni è caccia aperta, dalle fermate degli autobus le stanno bandendo e nelle città rimane solo qualche sparuto, stoico e fortemente graffito elemento (e di sicuro non nella via principale, quella piena di caffè all'aperto tanto costosi...). Provate a ripensare alle vostre gite in una città storica italiana: magari è agosto, il sole picchia più di un lottatore di sumo, avete sete, sudate e siete così stanchi che i piedi sembrano incudini roventi e dolorose...l'unico vostro desiderio è sedersi, niente più affreschi del botticelli o fontane del bernini, solo sedersi in una comoda e gratuita panchina di legno..ma nulla, se c'è una panchina nella piazza probabilmente c'è la fila col numero per averla e quindi l'unica possibilità di sopravvivenza rimane fermarsi in uno dei costosissimi bar, ordinare un caffè macchiato e farsi il segno della croce in attesa del salatissimo conto...sedersi, in italia, è diventato un bene di consumo.
Ed invece in Cuba Street le panchine sovrabbondano, da cima a fondo, invitanti vecchie panchine di legno che ti spingono, anzi quasi ti costringono, a sederti sotto questo pallido sole ed oziare. "Vieni" ti dicono "e non fare più nulla...leggi, scrivi, disegna, parla o dormi...non importa! Tanto qui il tempo si è fermato, e già da un po'...

PS. a chi vuol far notare che è un controsenso il fatto che le panchine dicano che il tempo si è fermato già da un po', perchè se il tempo non scorre le panchine non potrebbero più sapere da quanto non scorre, vorrei invece far notare io che, oltre a rovinare il mio intento artistico, questa persona sta pure credendo che le panchine non solo sappiano cosa sia lo scorrere del tempo, ma siano anche capaci di parlare con lui. Suggerisco perciò un colloquio con uno specialista il prima possibile...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Che finale!
..e noi che si sperava che l'intricatezza della tua mente (in italiano corrente si dice in un altro modo) avesse risentito positivamente del soggiorno all'estero..
sandro

Anonimo ha detto...

..e se lo dice sandro...
Corinna non aggiunge altro!

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