Chiunque sa che non ci sono più le mezze stagioni e sono sempre i migliori che se ne vanno (o in alternativa che l'erba cattiva non muore mai, ma non si fuma neppure tanto volentieri...), perché ognuno di noi é ricorso spesso al grosso forziere comune delle Frasi Fatte, attingendo a piene mani a queste monete sonanti per riempire un silenzio imbarazzante, fare della conversazione educata con gli attaccabottone, eludere domande e richieste spinose e così via.
Io adoro le frasi fatte, ma soprattutto adoro il modo, spesso molto strano, di utilizzarle da parte del genere umano...che ovviamente riesce a dare il meglio di sé (e questo leggetelo pure in chiave ironica) in campo sentimentale:
intere generazioni di uomini e donne si sono trovate almeno una volta nella vita davanti a dover ascoltare, tradurre in linguaggio comune e contemporaneamente far finta di credere a cose del tipo "io sono un poco di buono, ti meriti di meglio"(tradotto="piuttosto che metterti con te mi arruolerei nella legione straniera"),"ti voglio bene come ad un amico e non voglio rovinare questo bel rapporto"(="non te la darei neanche mi supplicassi in mandarino arcaico"),"sei un ragazzo così caro..."(="mi fai venire più sonno tu di un film di ingmar bergman in lingua originale"),tu sei perfetta,ma non é scoccata la scintilla"(="sono venuto volentieri a letto con te,ma ora basta con le pretese!"), e potrei continuare per un bel po'...ma la cosa veramente bella accade quando, vuoi per la tensione, l'ispirazione del momento o l'innata pazzia del genere umano, queste frasi innocue e più o meno accettate escono fuori trasformate in qualcosa di esilarante, che magari ti riduce lo stesso in pezzi, ma ti permetterà di riderci su per molto tempo...vi é mai capitato?
io ne conosco diverse piuttosto notevoli, tra cui qui voglio ricordare lo storico sms "non ti amo più, sono gay, cerca di capirmi.."(ma poi gay non lo era proprio...),
la recentissima "il fatto é che non ti sopporto, altrimenti saresti la mia ragazza ideale"(questa é proprio geniale,eh?)
e l'ormai leggendaria ed inarrivabile "ti devo lasciare perché io in te vedo la madre dei mie figli, ma vedi, il problema é che io non voglio avere figli!"
insomma dei lampi di puro cabarettismo nel bel mezzo di un melodramma..che si può volere di può da uno spettacolo?
PS.se, purtroppo per voi, avete inciampato in alcune di queste fantastiche frasi fatte-male,beh,i commenti sono lì proprio per condividerle con noi!
6 commenti:
Eli, perchè non ti dedichi alla stesura del Puccioni 2006: Dizionario moderno, Frase Fatta/Italiano - Italiano/frase Fatta???
Sarebbe utilissimo.
aaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh...eli l'hai scritto davvero...sei il mito come sempre...
Me l'hai rimesso in mente! "Near far" è sepolto in fondo al cumulo di spazzatura della mia vita.
Lazzina
capita a fagiolo.
anch'io ho mandato a ramengo la mia dolce metà, ebbene si, chi è senza peccato scagli la prima pietra. Ma non mi sono nascosto dietro un dito. L'attrazione fatale era sparita, dunque inutile rinviare alle calende greche. Ho preso il coraggio a quattro mani e le ho detto: "Non si interrompe un'emozione, ma continuare così, vuol dire fare castelli in aria. Domani è un altro giorno."
Lei ha capito l'antifona: ci siamo rivisti solo per il bacio d'addio; è stato il nostro canto del cigno, dopodiché ognuno è andato per la propria strada
alberto
Siccome dopotutto di amori uccisi, anche sul nascere si tratta in questi post, consiglio a tutti la lettura di Delitti Esemplari di Max Aub, pubblicato da Sellerio nel lontano 1995, di cui trovate un estratto qui:
http://www.golemindispensabile.it/Puntata16/articolo.asp?id=853&num=16&sez=239&tipo=&mpp=&ed=&as=
sandro, frasifattato piu' e piu' volte (e nonostante il mandarino arcaico)
Ero a Montreal, e leggendo un giornale locale, ne ho trovata un'altra:
Lui (di solito): "Ciao, sei carina, mi dai il numero di cellulare?"
Lei (sempre di solito): "Perche' non mi dai il tuo, ti chiamo io..."
Con la variante: "Si, tieni, chiamami, magari qualche volta ci vediamo"
La traduzione e' ovvia, senno' consultate il Puccioni 2006.
sandro
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