domenica, settembre 17, 2006

Ai limiti dell'assurdo

Devo ringraziare le mie celluline grigie che nel marasma onirico di questa notte mi hanno concesso il tanto atteso sogno del prossimo concerto di Bruce Springsteen.
Quello di sognare il concerto di Bruce quando mancano poche settimane (stavolta i biglietti li abbiamo per tutti, grazie al cielo) è una specie di rito collettivo che capita ogni volta a noi appassionati, di solito si tratta di sogni rocamboleschi in cui per esempio siamo in teatro e mancando le sedie, Bruce va a prendere quelle del camerino scusandosi.
Ma sentite quello di oggi.
Siamo in un cortiletto. Bruce è solo su un panchetto e il palco è una specie di gettata di cemento (a dire la verità ricordava i palchi delle feste pro-ambulanza a cui andavamo a suonare ai bei tempi col gruppo: ma questa è un'altra storia…). Noi siamo davanti in un piccolo spiazzo. Il sogno comincia mentre Bruce canta una canzone allegrissima con i coretti, il pubblico ovviamente è in estasi (anche se, chissà per quale ragione, il ritornello pensandoci ora sembrava un po “o chihuahua ”). Mentre Bruce canta, un signore dal pubblico inizia a dire che la canzone gli ricorda un vecchio stornello che cantava sua nonna. Bruce (ovviamente) smette di cantare e dice a questo signore che non capisce cosa sta dicendo. Io a quel punto mi offro come traduttore simultaneo, e spiego a Bruce (in un inglese improbabile) che la vecchia canzone della nonna parlava della moglie di facili costumi di un carcerato. Bruce è molto colpito dalla cosa e guarda la chitarra in silenzio. Poi alza la testa e ci dice che è una cosa molto triste e che la canzone di prima non ci sta più bene (in effetti "o chihuahua" con la moglie zoccola del carcerato non c’entra tantissimo). Io a quel punto mi giro e dico agli altri: ”vedrai che ora fa Matamoras banks” (che è una delle canzoni più tristi di Bruce, la mia preferita di D&D, e qui chi sa mi segue, chi non sa fa lo stesso),
Il sogno finisce qui ingoiato tra altri che ora non ricordo benissimo, mi sembra che ci fosse Orson Wells che mangiava il popone…ma non garantisco.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, ma siete proprio delle poveracce ...ma non avete una vita sociale oppure sono gli altri che non vi sopportano?
Perchè non aprite un club di scacchi almeno sareste più utili alla società? Invece di scrivere ste demenzialità che solo una mente zitellesca può concepire!!!
Ma perchè non andate in palestra così vi rassodate anche quelle rugacce tipiche da zitellone.

Anonimo ha detto...

Pare che Orson Wells già in tempi non sospetti avesse dichiarato alla stampa la sua passione viscerale per il popone (POPON lo chiamava); pare però che avesse anche messo in guardia dal mangiarlo prima di coricarsi, in quanto sicura causa di incubi incentrati sulla vita di tale Bruce Springsteen (che peraltro non conosceva). W le zitelle!

Eli e Lale ha detto...

io mi sono sognata che partivamo su una nave da crociera extra-lusso per dare i test del master e la nostra tutor ci accoglieva con collane di fiori e cocktail di benvenuto..secondo voi è preoccupante?cmq almeno non c'era Bruce al piano bar e non c'erano meloni!
PS.la palestra no, trooooooppo faticosa per una zitela bradipa come me!

Anonimo ha detto...

Io faccio sogni di questo genere quando sono in astinenza da concerti,(x me è una necessità fisica),xò sono molto + egocentrica:di solito qualcuno del gruppo mi chiede d salire sul palco e di cantare con lui e ovviamente poi mi chiede di rimanere per sempre con la band(il livello di probabilità che si realizzi questo sogno è paragonabile a quello in cui vedo teletrasportarsi Spock che mi chiede di andare sull'Entrprise x aiutalo come ufficiale scientifico) ((x Eli:sperando che non mi offra il gelato al puffo!))

Anonimo ha detto...

Ma come fai a fare certi sogni??? Sei incredibile... Stasera vieni a Viareggio? C'è l'inaugurazione di quella Casa Editrice che ti dicevo. Te lo eri scordata vero?

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