domenica, dicembre 22, 2013

Sacchi neri (Buon Natale)

E' domenica sera qui sulla casina sul mare e anche se mancano solo tre giorni a Natale non possiamo sottrarci al consueto rito della domenica sera nelle Bays: portare fuori la spazzatura.

Si' perche' in queste lande lontane la spazzatura la raccolgono porta a porta una volta sola a settimana, il lunedì' mattina. E il modo (secondo me geniale ma inapplicabile in probabilmente il 90% del resto del mondo) di far pagare la tassa sulla spazzatura in NZ e' quello di obbligarti ad usare come sacchi neri quelli rilasciati appositamente dal comune, pena il non ritiro della tua spazzatura.
Quindi qui, benedetto paese, paghi davvero per quel che consumi, ma ovviamente questi sacchetti costano parecchio di più di normali sacchi neri, circa 15 dollari ( più o meno 8 euro) per un pacco da 10 sacchi. Che non e' un'enormità, ovvio, pero' tanto basta per scatenare un animo lucchese e fargli escogitare vari modi per usare questi sacchi neri con la parsimonia più oculata.

Spinta da questo nobile motivo, quando venimmo a vivere qui decisi che non si potesse usare più di un sacco ogni quindici giorni, ma anche tre settimane se consumavamo poco, tanto l'umido veniva trangugiato dal tritarifiuti nel lavandino e la spazzatura secca nel frattempo se ne stava tranquilla in un bidone apposito sottocasa. Fiera di questa soluzione degna del miglior lucchese me ne andai a comprare i primi dieci sacchetti della spazzatura per la casina sul mare.

E tornando indietro in macchina, ricordo chiaramente che guardavo quel rotolo di sacchi neri sul sedile accanto e pensavo:'10 sacchi, a un sacco ogni quindici giorni, fanno 2 sacchi il mese, ovvero mi dovrebbero bastare per 5 mesi minimo…oddio, ma da qui a cinque mesi io potrei già essere tornata in Italia…chissà se magari quelli che avanzano posso rivenderli…'

Beh, sono passati cinque anni e mezzo da quel giorno e quel pensiero ed io ho smesso di contare i sacchetti della spazzatura che ho usato. Pero' ogni domenica sera quando tiro fuori un sacco nero dal cassetto mi soffermo un attimo a guardarlo con un mezzo sorriso.
E penso che si', io sono ancora qua.

Buon Natale dalla Terra di Mezzo!





venerdì, dicembre 13, 2013

Quel giorno che si giocava alle spose

Sempre in tema leggerezza, che ho deciso essere il trend dominante di Dicembre alla faccia della madre di tutte le sfighe (che e' sempre piu' incinta di quella degli idioti, fidatevi), ecco le foto del giorno in cui una 35enne ed una 70enne di ritorno dall'ospedale hanno deciso di giocare alle spose.

Perche' non devi mica chiamarti per forza Peter Pan per essere bambina per sempre.

Perche' a volte uno specchio, un telefonino, tulli, pizzi, merletti e scarpe col tacco fanno piu' bene di una settimana di antibiotici.

Perche' vedere il babbo sorridente mentre fa le foto e la mamma un  po' piu' felice dopo giorni di sofferenza ti farebbe venir voglia di non smettere mai di sfilare per loro su e giu' per quelle scale!

E quindi ecco a voi il modello n.4, Giuditta!


Chiarissime le somiglianze con il modello (e la modella) nelle foto:
 

(certo pero' com'e' frufru-issimo quel vestito...e urra' per me che ci entro sempre!)
 Ma soprattutto fa di nuovo il suo epico rientro sulle scene, dopo ben 47 anni di assenza, l'ancora stramodernissimo vestito della mamma! Che se pensate sia invecchiata bene Jane Fonda, beh, date un'occhiata qui sotto:


Ebbene si', la mamma nel 1966 si e' sposata in rosa, e col cappuccio. Stacce, come direbbe il Doc.
E sebbene in questo io ci entri solo in modalita' Maiorca (nel senso del famoso campione di apnea, non dell'isola), giuro che sarebbe ancora un abitino da cocktail da far furore. Ammirazione a iosa.

Quindi la morale della favola e': giocare alle spose fa bene all'anima, alla faccia della sottoscritta quando vorrebbe far credere di essere una persona seria!

pure la selfie, tie'!

lunedì, dicembre 09, 2013

Better Times - ricetta per la Leggerezza

L'avevo promessa un po' di leggerezza e anche se in questo periodo di...chiamiamole dissavventure (e si', sto guardando te Sfiga Nera) non e' stata facile da trovare, a volte la ricetta per procurarsela non e' poi cosi' difficile.

Ingredienti (per una persona):
  • un venerdi' sera al pub, meglio se per l'ormai famigerato Kenex Christmas Party, 
  • ritrovare lo Stregone dopo 5 giorni di totale assenza (anche telefonica!), 
  • tanto alcool  
  • una macchina fotografica
Procedimento:

prendere un gruppo di  bella gente, preferibilmente colleghi

 farli ubriacare


Aggiungere buon cibo e altro alcool


Mescolare bene il tutto e lasciar fermentare per qualche ora. Poi riprendere in mano il composto e aggiungerci una foca da cavalcare





(Ehi! ho detto solo cavalcare!)
Far bollire a fuoco vivace aggiungendo una Biancaneve e sette nani, uno per volta


Rifinire usando un sacco di facce sorridenti


 ed infine servire aggiungendo tutto l'amore che potete trovare intorno a voi! 



 Ah, e non dimenticate un bel sorso di Vitamina R...Buon Appetito!

giovedì, novembre 28, 2013

True Grit: post polemico di una con la febbre.

Sarà che tornare dall'Italia con un simpatico virus non aiuta l'umore (apparte per la prospettiva molto Zombie apocalisse del diffonderlo ad un'intera nazione che non ci ha i suoi anticorpi…) o sarà il senso di colpa nell'essere lontana e non poter farci nulla di persona, ma oggi neppure la decadenza di Mr Bunga Bunga mi risolleva l'acidità.

E allora mi sfogo qui, con i miei quattro gatti a cui voglio raccontare con più dettagli la storia della laparotomia della mamma. O meglio, dei due o tre giorni successivi all'operazione (che grazie a dio, almeno quella e' andata bene). Vi avverto già da subito, non e' un post simpatico o ben scritto, quindi fermatevi qui se oggi proprio non vi va di sentire le lamentele altrui…io vi capisco e prometto di ritornare con un qualcosa di più simpatico prima possibile!

domenica, novembre 17, 2013

Fenomenologia della domenica pomeriggio

'Eh ma l'arbitri su dieci nove hanno avuto la meningite da bambini' (il medico)

'Era rigore?''No è fuori dall'area.''Eh ma di poco, saranno 15cm.''Ma anche 20 dai.'(gli ingegneri)

'Mah,oggi butta male,l'allenatore non sta smoccolando abbastanza' (il fine psicologo)

'Vedi loro come tirino?''Alto''Eh ma se era un po' più basso...'(il possibilista)

'O CORNUTO LA BANDIERINA SAI DOVE TE LA DEVI METTERE!!! Sì lo so che c'era il fuorigioco ma se non gli urli contro poi questi si deconcentrano' (il grande motivatore).

È bello tornare nella mia seconda casa dopo tanti anni e vedere che certe cose al Porta Elisa non sono cambiate. Ti fa sperare che forse non cambieranno mai.

E scatta subito la voglia di Mars ed Estatè.





giovedì, novembre 07, 2013

Come Alice dentro il Buco

"Faccio un salto in Italia"

Cioe', riesco pure a suonare sborona per l'overdose di nonchalance usata in questa frase. Come se prendere armi e bagagli e saltare su di un volo intercontinentale per un viaggio organizzato in 5 giorni fosse normale amministrazione.
Sai, ormai ci sono abituata, che vuoi che sia. Sono una viaggiatrice esperta, io.

Si', come no. Andatelo a dire alla mia colite.

Ed infatti ogni volta che mi ritrovo a viaggiare da sola tra quelle due dimensioni separate che nella mia testa sono la mia vita in Italia e la mia vita in Nuova Zelanda, io mi sento come Alice.
Ed esattamente come Alice quando sta cadendo nel buco della tana del Bianconiglio.

Tutte quelle ore del viaggio tra qui e li' diventano sempre una sequenza di immagini indistinte e sovrapposte di film, luci artificiali, annunci all'altoparlante, orologi, esercizi di stretching, sete, sonno, docce calde e the rigeneranti, libri e cibo artificiale, e l'unica sensazione che rimane definita di questo viaggio - letteralmente -  nel tempo e' quella di sballottamento e confusione.

Poi d'un tratto atterri di la', e una delle tue vite ricomincia come se l'altra non esistesse nemmeno.

Sperando ogni volta che invece del salto nel buco di Alice potessi avere l'armadio di Narnia...


(PS. come sempre, in caso di catastrofe aerea, valgono i vari testamenti disseminati su questo blog ogni volta che sto per partire! Ci si vede di la', forse...)

giovedì, ottobre 31, 2013

Punti di vista: Kiwistyle Vs ItalianStyle

Solo in NZ si trovano certi colleghi
Ci sono un'italiana, una sudafricana ed una neozelandese che parlano delle palestre.

Tutte e tre convengono sul fatto che in effetti la cosa piu' brutta della palestra e' la gente intorno che sbircia mentre te sei li' che sudi e quindi cerchi sempre gli angolini piu' appartati e magari bui dove fare i tuoi esercizi.

E l'italiana ritorna con la mente alle sue poche e catastrofiche esperienze con la palestra del suo paese natale, uno di quei posti in cui la natura gossippara femminile si scatena senza freni e per presentarsi allo spinning serale piu' che i muscoli tonici e la bottiglietta d'acqua ti servono i capelli fatti ed il completino giusto.
Roba del genere 'no scusa oggi non posso che alle sei ci ho zumba in palestra e prima devo andare dall'estetista e magari anche a farmi pettinare dalla parrucchiera'.

Per non parlare proprio della nostra cattiveria di genere che si accanisce felice contro il rotolino di ciccia altrui e ci si illuminano gli occhi quando vediamo una ex compagna di classe che adesso ha il culo basso o le zampe di gallina.

Insomma, la sottoscritta, per niente attenta al fashion ed allo stato dei suoi capelli quando il suo battito cardiaco supera i 200 colpi al minuto, ha sempre visto la palestra come l'equivalente sulla terra dell'anticamera dell'inferno. Ma proprio mentre sta mentalmente rabbrividendo ai ricordi richiamati alla memoria, l'orecchio capta questa frase della collega sudafricana:

"si' beh, ma la cosa buona di questa palestra e' che c'e' tutto un piano riservato a sole donne dove possiamo fare gli esercizi senza trovarci a disagio..."

Come scusa? Ho sentito bene? Ti trovi a tuo agio in un piano per SOLE DONNE? Ma finire dalla padella alla brace in confronto e' un piacere! All'inferno hanno appena aggiunto un nuovo ed agghiacciante girone. Manco morta mettero' piede al Les Mills adesso.

"ma e' invece una gran bella cosa"  mi dice la kiwi "almeno cosi' c'e' ancora piu' sicurezza per le donne, che sai non si puo' mai sapere.."

Ah. Ops. Cavolo.
La difesa delle donne e' una priorita' qui, non la difesa dalle donne.
D'altra parte siamo pur sempre nella patria delle classi a genere separato (che personalmente trovo un'idea stupida) e soprattutto delle donne che vanno a fare la spesa coi bigodini e Pilates coi buchi nei calzini (giuro).
Figurati che gliene frega a loro delle tue ciccine o del tuo top firmato, mentre magari per le persone piu' timide o per evitare anche la piu' remota possibilita' di qualche rischio di aggressione un piano in palestra per sole donne puo' essere una buona idea.

Kiwistyle contro Italianstyle, che a volte la differenza c'e' e si vede.

venerdì, ottobre 25, 2013

Riprovandoci...

Oh, noi ci si riprova...

dopo le mirabolanti avventure delle ultime due gite (questa e questa per chi vuole farsi di nuovo due risate) e grazie all'appropinquarsi - quanto mi piace questa parola! - del primo weekend lungo neozelandese dopo l'infinita pausa invernale, abbiamo deciso che domani si riparte! Ed incuranti della leggera malasorte che incombe sulle nostre varie gitarelle con una perseveranza da fare invidia alla nube sopra la casa degli Addams, prendiamo il traghetto e ce ne andiamo al Sud.

Amici, aragoste, vino, tante foche e divertimento ci aspettano al di la' della traversata....mentre  scaltramente il vento con folate a140 km/h ci aspetta proprio in mezzo allo stretto di Cook.

Preparata spiritualmente a rendere alla Natura ogni molecola contenuta nel mio stomaco - compresa probabilmente la cena di Natale a base di cappone e cotechino del 1986 - mi accingo di nuovo ad affrontare lo scherzoso clima della Terra di Mezzo...farovvi sapere  se  quando torno! (*)


gone with the wind - mappeddavero
(*) Gli imboccallupi sono ben accetti, gli inculallabalena anche no, che poi non sia mai si avverino...

giovedì, ottobre 17, 2013

Oggi parliamo di...Mestruazioni!

Qualche giorno fa mi sono imbattuta in questo articolo che aveva attirato la mia attenzione perche' usava la parola Mestruazioni in bella vista su di un famoso quotidiano online e non nella sezione Salute o Io Donna o roba del genere, ma addirittura come commento in cronaca...cosa piu' unica che rara, da quel che so io.

Sebbene l'articolo abbia toni a tratti  un po' deliranti ("questo silenzio intorno alle mestruazioni ci sta uccidendo." o "Fidati sempre del tuo intuito. Ma prestagli un particolare ascolto nella seconda metà del ciclo!"), consigli che farebbero felice Paolo Fox ("Questa è la fase del rilascio, perciò è un ottimo momento per lasciar andare cose di cui non abbiamo più bisogno: robaccia, rapporti malsani ed emozioni nocive che ci appesantiscono") e, beh, utilizzo improprio ed imbarazzante degli acronimi (Apm  = Atteggiamento Positivo riguardo alle Mestruazioni...seriously?!) in realta' centra in pieno l'attualissima questione sul tabu' delle mestruazioni.

Per carita', non c'e' nulla di nuovo in quello che dice; che le mestruazioni, col loro simpatico corredo di sanguinamento e odori non proprio di violette primaverili, siano uno dei tabu' piu' antichi nei nostri confronti lo si sa appunto, uh, da sempre. Pero' quello che sottolinea l'articolo e' come questo tabu' sia ancora - incredibilmente - instillato in tutti noi e come piu' o meno inconsciamente ci ritroviamo tuttora a trattare le mestruazioni almeno come un qualcosa di cui non si deve parlare, quando va bene.

(E quando va male ci scriviamo sopra degli articoli da invasata neo-hippie che crede che le giraffe abbiano allungato il collo per arrivare al cibo. Lamarck, rallegrati! C'e' ancora chi crede alla tua teoria!ma qui sto divagando..)

Cioe', abbiamo sviluppato piu' sinonimi per le mestruazioni che Benigni per lo Sventrapapere (se non sapete a cosa mi riferisco, vergogna!). Ci ho il ciclo, e' quel momento, ci ho le mie cose (le mie cose!!! tipo la borsa, le scarpe, gli occhiali da sole?), sai sono quei giorni, e' il periodo, e' arrivata la marchesa (e qui mi inchino di fronte al genio). Per non parlare delle acrobazie che facciamo per andare in bagno a cambiarsi l'assorbente cercando di non farci sgamare dalle persone intorno. Specie quando non possiamo portarci la borsa dietro, come in ufficio, a scuola o altre simili situazioni. Mosse del giaguaro per infilare l'assorbente in tasca o addirittura nasconderlo nel palmo della mano che pure Houdini ci avrebbe provato invidia per un secondo.
E dovrei riprendere e mostrarvi le facce di colleghi e colleghe quando, boccaccia mia, magari inavvertitamente dico che oggi non e' giornata perche' mi sono appena venute le mestruazioni. Espressioni che farebbero felice Munch, giuro.

Ma dai, gente, fermiamoci un attimo a pensare. Le mestruazioni sono un processo meramente fisiologico che ovviamente influenza il nostro comportamento come qualsiasi cosa agisca sui dosaggi ormonali di un essere umano. Non c'e' nulla di brutto e nulla di mistico. E siamo nel 2013. Ora non dico che dovremmo presentarci a degli estranei dicendo "Ciao, sono Elisa, ho 34 anni e oggi non ho le mestruazioni", ma neanche continuare a dare spago a questa farsa del far finta che non esistano.

"Ciao collega, non rompere la beneamata che oggi ci ho il mestruo": come sarebbe piu' semplice la vita?

Tornando seria per un attimo voglio finire con un'esperienza personale: quando ero alle medie una mia compagna, di buona famiglia e genitori laureati, venne a chiedermi cosa sapessi io delle mestruazioni. Ed io che ho sempre avuto una mamma aperta e con pochi peli sulla lingua, le raccontai tutto quello che ne sapevo da ragazzina dodicenne: che le mestruazioni venivano una volta al mese, che duravano tipo 5 giorni e che quello era il sangue che sarebbe servito ad un bambino ma che siccome il bambino il corpo li' non ce lo trovava allora lo buttava via e ricominciava da capo. Lei mi ascolto' con gli occhi sgranati e la prima cosa che mi chiese fu:"ma allora davvero non continuano ininterrottamente finche' una non resta incinta?" e poi mi abbraccio' di gioia. Venne fuori che aveva appena avuto il suo primo ciclo ma si vergognava troppo a dirlo in casa e chiaramente non aveva un'idea ben precisa di cosa le stesse capitando. Ovviamente poi lo disse alla mamma che le spiego' tutto per filo e per segno e vissero per sempre felici e contenti, ma ripensandoci non posso non chiedermi perche' la sua famiglia non avesse affrontato un argomento cosi' naturale per una donna prima che questa sviluppasse, evitandole sicuramente un bello spavento e magari forse anche qualche piccolo complesso su queste benedette mestruazioni?

Bah. e comunque no, oggi non ce l'ho il ciclo, state tranquilli!

giovedì, ottobre 10, 2013

Una storia lunga 50 anni

Se mi fermo un attimo a pensare, pure a me verrebbe da chiedermi perche' abbia tanto a cuore una tragedia cosi' lontana - nel tempo e nello spazio - da me adesso. Che di tragedie, eccidi, guerre, massacri gia' solo nell'arco della mia vita ce ne sono stati troppi di piu' di quanti riesca a ricordare.

Pero' alcuni di questi terribili episodi toccano delle corde precise al nostro interno e ti capita ad esempio di ritrovarti li', nella sala di aspetto della stazione di Bologna, a fissare un'orrenda cicatrice sul muro e a leggere di nuovo i nomi e le eta' di quelle persone su quella lapide. Ogni volta che passi di li'.

Oppure vedi una sera un capolavoro teatrale e ti appassioni alla storia vergognosa quella diga cosi' imponente, la diga di cui il babbo ti ha sempre raccontato perche' come rappresentante passava spesso da quelle zone e lui se lo ricorda bene quel 9 ottobre di 50 anni fa. E il babbo ti ha sempre detto che la diga aveva retto, che era costruita bene perche' ci aveva lavorato gente che sapeva il suo mestiere e quella frana era stata un evento imprevedibile. Perche' e' quello che sostenevano tutti.

Poi invece scopri che il monte Toc l'ha fatto cadere non la geologia, ma quella parte inestirpabile della natura umana che e' la cupidigia. Ed e' forse proprio questo il motivo che ti lega al Vajont e te lo fa vedere come l'esempio piu' fulgido di cosa possa fare, o meglio in questo caso rifiutare di fare, l'essere umano di fronte alla scelta fra il buon senso e un personale rendiconto.
Questa e' la storia della SADE che viene definita uno stato nello stato molto tempo prima che questa frase diventasse parte della retorica italiana e che riesce ad ottenere quello che vuole e continua a volere di piu'; la storia di esperti messi a libro paga che sacrificano la loro dignita' facendo finta di non vedere; quella di tecnici ed ingegneri che pur di non rinunciare alla loro opera perfetta provano a mettere una pezza invece di chiudere tutto e ricominciare da zero, da un'altra parte; quella di commissioni di governo pilotate, verita' taciute, documenti incriminanti 'dimenticati' in un cassetto e tante tante mazzette di soldi passate sotto i tavoli perche' ormai ci si era investito troppo e non era concepibile tirarsi indietro adesso.

Ma soprattutto per me e' la solita vecchia storia che ha ognuno di noi come coprotagonista. Perche' magari nessuno ha fatto fuori un intero paese a causa di decisioni dettate solo dal proprio tornaconto, ma sono sicura che ciascuno di noi si sia trovato nella vita a far finta di non aver visto, all'averci messo una pezza sperando non se ne accorgesse nessuno, al non aver agito perche' tanto non ne valeva la pena od ancora peggio all'aver agito giustificandosi con il terribile 'ma cosi' fan tutti'.
Inutile nascondersi dietro un finto buonismo, la colpa e' nostra se la storia di quella diga che doveva essere la piu' alta del mondo ci suona familiare perche' vista in scena innumerevoli volte con protagonisti diversi (la casa dello studente a L'Aquila, la Costa Concordia, Ustica...e posso continuare per ore).
Non si puo' pretendere che cambino gli altri se prima non ci proviamo noi.

Ed il Vajont e' ancora li', dopo 50 anni, magnifico orrore che potrebbe ancora insegnarci tantissimo, se solo lo volessimo davvero.




lunedì, ottobre 07, 2013

Rigatoni freschi con ragu bianco di manzo, chorizo e porri


Eh beh, quando si e' a corto di idee una bella ricetta e' quello che ci vuole per riempire l'ancora pietosamente vuoto archivio di Ottobre, e magari incidentalmente anche un paio di stomaci.
Che ci volete fare, la primavera a me mette solo sonno.

Questa e' una ricetta facilissima che ho inventato (o almeno credo di aver inventato, pure Google non pare conoscerla) nel tentativo di utilizzare ingredienti che stavano per rendere l'anima a Dio, che buttare cibo e' una delle cose piu' tristi nella vita di tutti i giorni. E davvero quel povero porro mi supplicava di essere fatto a pezzetti subito piuttosto che passare un'altra notte in frigo.

Quindi, armiamoci di bicchiere e vitamina R ed andiamo a leggere la ricetta.

lunedì, settembre 30, 2013

Immagina un mondo dove le poste funzionano...

...da seggi elettorali.

(Si' perche' un mondo dove le poste funzionino veramente sfugge persino l'illimitata immaginazione umana)

Nella terra di mezzo, la prima a dare il diritto di voto alla mia meta' del cielo, noi piccoli emigrati residenti andiamo allegramente a votare insieme ai kiwis.

Anzi no, in realta' per le amministrative locali noi non andiamo a votare.
E' il voto che arriva direttamente a casa nostra.

Funziona cosi': qui agli antipodi questa cosa di dover allestire seggi elettorali anche per votazioni locali pare una perdita di tempo e soldi, che poi tocca chiamare la gente e pagarla e chiudere le scuole per farci i seggi e polizia e pompieri e poi i contadini che stanno da qualche parte sperduta a millemila miglia da una qualsiasi civilta' devono salire in sella ai loro trattori e partire il giorno prima e immagina il traffico poi e insomma tutto questo fuss per decidere un sindaco proprio non e' il caso. Quindi, dato che in confronto alla Nuova Zelanda certe volte pure Pleasantville pare il Bronx, hanno deciso che e' molto meglio mandarti a casa le schede elettorali con in allegato un utilissimo librettino che descrive tutti i candidati, foto, programma politico e pure informazioni personali. Ed ovviamente anche la busta prepagata per rispedire il nostro voto alla commissione elettorale prima della scadenza del termine massimo per votare.

Tutto per posta normale. Niente raccomandate, niente firma alla consegna con tanto di documento per provare che sei effettivamente tu, niente di niente. Torni dal lavoro un pomeriggio e trovi nella cassetta della posta una busta tutta fradicia per l'ultimo acquazzone e gia' attaccata dalle voracissime lumache di quaggiu'. Facciamo a fidasse. 

Perche' in fondo chi vorrebbe mai fare dei brogli elettorali? Inficerebbe l'intero sistema democratico, no?
(testuali parole di alcuni amici kiwis, perplessi di fronte alla mia insinuazione che qualcuno potrebbe approfittare di questo sistema non particolarmente sicuro, per usare un eufemismo.)

Quindi adesso vorrei proporvi questo piccolo esperimento collettivo: vorrei che chiudeste gli occhi ed immaginaste per un istante di vivere in un paese dove la scheda elettorale ti arriva per posta neppure prioritaria e nessuno ci vede nulla di strano.

Ed ora immaginate cosa potrebbe accadere se questa tipologia di voto venisse attuata nel paese dove state vivendo adesso...

...

Appunto.

In alto i nostri calici ricolmi di Vitamina R e brindiamo alla Terra di Mezzo!

mercoledì, settembre 25, 2013

Tu chiamala se vuoi...Sfiga Nera

Ci sono giorni che una dovrebbe semplicemente rimanere a letto. Di solito, pero', te lo senti subito appena lo lasci, il letto, che dovresti ributtartici a capofitto...ed invece a volte credi - ingenua! - che sia solo l'inizio di una bellissima giornata:

Erano secoli che non facevamo un weekend a giro, ne avevamo proprio voglia, e quindi avevamo felicemente approfittato del fatto che due nostri cari amici stanno per trasferirsi a Vienna e ci avevano invitati a passare il weekend a Westport da loro, per decidere in quattro e quattr'otto di partire.

La cosa ancora piu' sorprendente e' che lo Stregone per forse la prima volta da quando lo conosco aveva organizzato tutto da solo: biglietti aeri, parcheggio all'aereoporto, regalini da portare. Insomma, pacchetto completo. Un lusso. E gia' qui ad una persona un filino sensibile doveva venire in mente che era troppo bello per essere vero.

Infatti.

martedì, settembre 17, 2013

La prima volta

E no, non sto parlando di sesso, debosciati che non siete altro.
Anche se poi una prima volta anche di quello, nella storia dell'uomo, dev'esserci stata per forza. Un po' come l'uovo e la gallina, ma cosi' si rischia di sfondare nel metafisico pesante.

Invece vorrei far soffermare la vostra effimera attenzione su quello sconfinato esercito di eroi senza nome che si sono sacrificati affinche' oggi noi non dico si navighi su internet, ma addirittura si possa bere vino e cucinare ogni sorta di cibo.

Si perche' noi la facciamo facile adesso...vuoi fare il pane in casa? cerchi su google e ti vengono fuori milioni di siti - gruppi - forum etc che ti illustrano centinaia di procedure diverse con ingredienti analizzati scrupolosamente fino al loro dna (cioe' ma davvero devo sapere le percentuali degli elementi contenuti nell'acqua che uso per la pizza? ma per chi mi avete preso, il piccolo fottuto chimico?); pero' nessuno si sofferma mai a pensare a come sia stata scoperta la farina...a quei primi pionieri delle guide michelin che un giorno s'imbatterono in un campo di grano selvatico e decisero che aveva un bel colore e che magari chesso' schiacciando quei semini e amalgamando la pasta con dell'acqua ne sarebbe venuto fuori qualcosa di commestibile.

domenica, settembre 08, 2013

#YOLO, ma almeno fallo per bene!

(#yolo = you only live once, si vive una volta sola...ashtag usato da gente che pensa che al resto del mondo davvero importi qualcosa se sono andati ad un concerto od in vacanza o si sono comprati la macchina nuova)

Era una di quelle serate perfette a Wellington, una delle rare volte dove smetti di credere di essere capitata nella galleria del vento della Ferrari ed allo stesso tempo ti accorgi di quanto anche una città possa essere silenziosa quando c'e' calma piatta.

Te ne stavi a passeggiare per il waterfront semideserto sottobraccio a tuo marito, chiacchierando del più e del meno mentre aspettavate che la vostra cena takeaway indiana fosse pronta.
Le prime stelle facevano capolino in cielo e c'era pure una bella luna.

I ristoranti sul waterfront si stavano gia' riempiendo e dalle vetrate potevate sbirciare la gente illuminata dalla luce calda e soffusa di lampade e candele che chiacchierava felice davanti alle loro portate.

Ma in questa scena così serena e perfetta ecco che all'improvviso si staglia lui: ragazzo di eta' ed etnia più o meno indefinita che sta addentando con gusto una succulenta bisteccozza al sangue - una di quelle che se non sei vegetariana ti fa venire immediatamente l'acquolina in bocca alla sola vista, manco tu fossi uno dei cani di Pavlov - ed in fronte a se', ha un bicchiere pieno di

(e qui consiglierei i deboli di cuore e di stomaco di smettere di leggere il post in questo preciso momento)

succo d'arancia!!!
No, dico, bistecca alla brace e succo d'arancia?Ma quale fantasia perversa può partorire ciò?

E come in una visione improvvisa di una realta' parallela del multiverso dove le cose vanno come dovrebbero andare io mi sono vista entrare a passo di marcia nel ristorante, dirigermi verso lo sciocco ed in nome di tutti i bongustai del mondo far volare sdegnosamente il succo d'arancia con bicchiere, ghiaccio e tutto attraverso la stanza fino a schiantarsi contro il muro in un tripudio di arancione, rifilare una sberla allo sprovveduto e piazzare un bel bicchiere di Chianti nel posto lasciato vuoto dall'ignominioso succo.

Poi lo avrei guardato sorridendo con quell'espressione alla Mary Poppins che riesce ancora a spaventare i bambini e non solo di tutto il mondo e gli avrei detto gentilmente:
"Giovanotto, si vive solo una volta, per la miseria, almeno cerchiamo di imparare a stare al mondo, su!"


mercoledì, settembre 04, 2013

2 anni fa, piu' o meno a quest'ora:

Pensieri in liberta' dal lettone che condividevo per quella sera con la mamma...


Domenica, Settembre 4 2011
La notte prima

Piove.
Felicemente, costantemente, consapevolmente.
Oggi si e' sentito male pure il cuoco, povero.
E alla fine la Regina di Picche mi ha convinta a lasciare lo scettro, che le bestie la divorino un giorno!

Pero' che bello....girare come una trottola con i miei otto kiwis (no, non il frutto e no, non gli uccelli), comunicare con i miei nuovi parenti acquisiti e svizzeri francofoni ("voila'legesonfe'ale!"), ritrovare amiche d'infanzia davanti ad una supeba cena di pesce, amici da una vita davanti ad un bicchiere di rosso di Montecarlo e amici lontani davanti una pizza.
Come si puo' intuire il cibo gioca un ruolo chiave in quest giorni...e il vestito oggi mi stava strettissimo. Maledetti bustini con le stecche.

Domani si va in onda.
Non ho neppure provato una volta la formula che devo dire, improvvisero'. Ed e' tutto allegramente disorganizzato, ma in fondo se non si pianifica nulla e' piu' difficile che qualcosa vada storto,no?

Io avro' il mio vestito, lo Stregone sara' davanti a me e mi sorridera' felice (nonche' doverosamente impressionato dalla mia fulgida bellezza) e tutte intorno ci saranno le facce delle persone che piu' importano nella mia vita (piu' ovviamente due o tre facce che potevano pure stare a casa, ma in fondo non si puo' aver tutto...). Cosa si puo' volere di piu'?
Sara' una grande festa, sono felice e rilassata e pure un po' curiosa di vedere che cosa ne uscira' da questa pazza giornata di domani.
E se proprio deve piovere, che sia una tempesta, tanto io prima di montare in macchina mi faccio un corretto alla vitamina R.

domenica, settembre 01, 2013

10 anni fa (*)

(* eh lo so che l'ho gia' scritto su facebook, ma oggi e' giornata amarcord di quelle pesanti, quindi zitti e leggete)

10 anni e mezzo fa decisi che era l'ora di partire.

A me ogni tanto capita, di partire. Ma quella fu una volta speciale, perche' fu la prima in cui il desiderio di andarsene non rimase solo un desiderio.
Quella volta, per la prima volta io partii davvero.

Destinazione la calda ed antica Grecia, una compagna di viaggio perfetta, tutti i fogli in ordine, esami organizzati e per il resto ci avremmo pensato sul posto. Fu cosi' che 10 anni fa precisi la Mamma carico' fino all'inverosimile la vecchia Uno - la mitica Pitti - prese queste due naturaliste in erba un po' confuse e ci traghetto' al di la' dell'Adriatico, verso quella che sarebbe stata una delle esperienze più importanti della mia vita.

Quando arrivammo al porto ed imparai la mia prima parola in greco moderno - panepistimio, università - per chiedere disperatamente informazioni, non sapevo ancora che mi sarei innamorata follemente di quella terra accogliente e sospesa nel tempo.

Quando cercavamo disperatamente qualcuno negli uffici dell'universita' che ci dicesse dove andare, dormire, mangiare, non sapevo ancora che avevo messo in moto un'avventura che mi avrebbe cambiata per sempre.

Quando quel romagnolo sorridente arrivo' ad aiutarci scaricare la macchina, non sapevo ancora che sarebbe stato il mio personale equivalente del memorabile "Sai, Louis, penso che questo sia l'inizio di una bella amicizia".

Quando quella sera ci ritrovammo in una taverna deserta - che per i greci alle 20 mancano ancora un paio d'ore buone all'ora di cena - a mangiare la prima di innumerevoli bistecche di maiale ed a bere la prima di innumerevoli bottiglie di vino scadente, mai avrei immaginato che quello era l'inizio di un periodo intenso ed irripetibile, di sicuro uno dei piu' belli di tutta la mia vita.

10 anni fa, oggi, iniziava l'avventura che mi avrebbe insegnato molto sul valore dell'amicizia, l'importanza dell'indipendenza, il rispetto per la diversità e l'amore per la libertà.

E che mi avrebbe regalato quella voglia costante di conoscere, vedere, esplorare che da allora non mi ha più abbandonata.



martedì, agosto 27, 2013

La verita' del grillo parlante



Ecco, tutti secondo me lo hanno frainteso, il povero Grillo Parlante.
(Non che non si meritasse la fine che poi ha fatto, sia chiaro, una ciabattata nel muso a chi dice sempre quello che pensa prima o poi non gliela leva nessuno, ci mancherebbe.)

Lui non parlava francamente alle persone per dare consigli non richiesti o cercare di stimolare chi non voleva ammettere la verita'. No no, proprio zero. Sai che gliene poteva fregare al grillo di un burattino cleptomane e bugiardo, bono giusto per farci un bel fuoco a Natale.
La realta' e' che non ne poteva piu' di reggere il balletto sociale delle ipocrisie, o detto piu' aulicamente, ci aveva le balle piene della gente che se la sona e se la canta da sola e voi dovete pure applaudire alla fine:

Ci hai il ragazzo che ha l'equivalente intellettivo del vuoto assoluto e vuoi averci un figlio? Mai pensato alla fecondazione in vitro con donatore esterno? No, eh...beh speriamo prenda tutto dalla mamma.
Ci hai la tresca col collega di lavoro ed il tuo ragazzo lontano sta per venire a trovarti? Ok, bene, almeno puoi cedergli il tuo letto che tanto te dormi col collega e si risparmia tutti spazio, no?
Ti sono mancata tantissimo, io? Ah, sarebbe bello poter dire altrettanto.

Insomma, e' che nella vita ad un certo punto capita che non ci hai piu' voglia di mantenere le facciate altrui. Di solito succede quando hai superato gli 80 anni di eta', che gia' ti tocca mettere tutti i giorni il tenalady e i nipoti ti chiamano solo quando vogliono soldi che mammamia ma il rispetto dov'e' e ai tempi tuoi era tutta un'altra cosa, figurati se hai voglia di tenere per te il fatto che quelle labbra rifatte la fanno davvero sembrare la scialuppa di salvataggio della Concordia e comunque lo sanno tutti che senza il cialis suo marito sarebbe a competere con le lumache.

Ecco, poi a volte, a certa gente - che noi qui chiameremo grillo parlante per mantenere l'anonimato - capita di diventare intollerante verso il prossimo e i suoi teatrini con un leggero anticipo rispetto alla data accettabile per la societa' moderna.

Un leggero anticipo di circa 45 anni.

Ma alla fine e' davvero cosi' grave?

(Si')

sabato, agosto 17, 2013

Pezzo da 90!

Come promesso la scorsa settimana ecco un post tutto dedicato ad uno degli eventi clou dell'estate, che non e' il royal baby, no, ma qualcosa di ben piu' importante come i novant'anni della nonna!

E a tutti quelli che gia' si immaginano una piccola festa in una casa di riposo, con giusto due familiari e la dolce nonnina con l'apparecchio acustico e un cappellino di carta in testa, vorrei ricordare che la nonna in questione e' questo bel tipino qui.
Percio' il minimo che ci possa aspettare per festeggiarla e' più qualcosa del genere:






ovvero bella gente elegante, musica, buon cibo, tanto vino e tavoli a tema - ed il tema che altro poteva essere se non le vacanze fatte dall'intrepida nonna, che ha iniziato a viaggiare con il suo primo volo aereo alla tenera eta' di 72 anni?


Invidia,eh?



E se vi dicessi che non contenta di limitarsi a mangiare, bere, ballare e socializzare per tutta la serata, e' rimasta l'ultima, a mezzanotte, con noialtri collassati sulle sedie, microfono in mano a cantare Rose Rosse da sola?

Eh, beh, un'altra razza. (forse aliena)
Auguri nonna, ci sotterrerai tutti!!!


giovedì, agosto 08, 2013

Ho fatto cose, ho visto gente...


E anche per quest'anno il rientro in patria ce lo siamo giocate.

Arrivederci clima perfetto del Luglio toscano.
Arrivederci mangiate pantagrueliche dalla mamma e nei ristoranti (mi mancherai frittino di gamberetti di fondale!)

Arrivederci (altre) mangiate, bevute, caffe', gelati, chiacchiere, giri di mura e parchigiochi con gli amici.

Ciao, mia carissima Lounge della Cathay ad Hongkong, tu, le tue docce e i tuoi dumplings aggratisse mi mancano quasi quanto il frittino.





Sommare venti giorni di vacanze in un post e' impresa troppo ardua per la mia testa di nuovo bionda, ma le foto di facebook, whatsapp, telefonino e social vari possono mettere in moto il criceto nella mia memoria.

E tipo viene fuori che si e' fatta una gran bella rimpatriata tra amichette d'infanzia che non si trovavano a passare una serata insieme da decenni (due, per l'esattezza, rabbrividiamo).

Ops, ma quella liberatoria per la privacy era uno scherzo,vero F?
Apparte quella malaugurata idea di leggere un mio post a voce alta (S, non ti perdonero' mai!), ci siamo immerse in importanti discussioni sui massimi sistemi tipo chi avesse la cucina di Barbie (io) chi la vasca (S. e F.) e chi guardasse Beautiful con l'A. nel suo lettone...insomma, una di quelle serate che non si possono dimenticare.

Tutt'altra storia, ma sempre da raccontare, e' stata quella di sfidare il caldo africano, anche se Trenitalia smentiva sentitamente, per incontrare l'amica radical-chic con il suo "amichetto" (M. hai retto ad un fuoco incrociato che neppure il soldato Ryan, complimenti!) e nel frattempo ritrovarsi a chiacchiera con l'amico che non vedevo da anni come se invece ci incontrassimo per una partita a biliardino ogni mercoledi' sera.
Son soddisfazioni,eh.
(e menomale che poi un cavaliere di altri tempi mi ha soccorso in quel di Prato salvandomi dalla disidratazione a suon di gelati ed acqua...)


E come non parlare delle giornate al mare? dal Buttati che c'e' morbito con la mia adorata coppia asimmetrica fino alle chiacchiere e le scorpacciate di mare con M. e G. (e cmq M, CandyCrush fa diventare isteriche,ecco.). E per poco mi e' mancato il tuffo in piscina dalla neosposina R...il prossim'anno non mi potrai evitare!



(come si spera che il prossim'anno sia quello buono per quella famosa cena, P...o che si riesca a passare un po' piu' tempo con S, mannaggia ai cannoli siculi...e con C che era pure il suo compleanno...e insomma lo so, non ce l'abbiamo fatta a farle tutte, ma ci proveremo!)

Tanti, tantissimi, troppi bambini, che poi si dice che non nasce nessuno al mondo...pero' dai, devi ammettere a voce bassa che sia mai che ti senta qualcuno, che le mie mammamiche con la loro prole hanno notevolmente elevato il livello di cuteness in questo mondo. E non ditemi che non ce ne fosse bisogno!


(Anche se gia' da sola la bellissima stregatta Morgana aveva svolto un'ottimo lavoro in quel senso)

Ma torniamo un attimo alla protagonista indiscussa di queste vacanze e di questo post: la sottoscritta.
Che oh, a me le manie di protagonismo piacciono. E grazie al non trascurabile fatto che avendo lasciato lo Stregone dall'altra parte del mondo dovessi per forza documentare per filo e per segno ogni  mio nuovo look, mi sono ritrovata regina dell'autoscatto come neppure la piu' scafata e fashionista delle vipsss.
E quindi ecco me che documento il nuovo taglio di capelli, me spaparanzata al mare e ancora me, me, me con la sfilza di vestitini nuovi. Una botta di egocentrismo che ha fatto vacillare anche il sistema solare copernicano. Ma giuro, l'ho fatto per amore. (yeah, right)




(fashion blogger me fate una...)

Poi ecco, c'era giusto quella coppia d'eventi decisamente più importanti che meriterebbero di essere citati in modo un filino più approfondito...


ma si meritano proprio un post apparte tutto per loro, non trovate anche voi?

Quindi voglio finire con una nota filosofica, esprimendo in foto la morale della vita: la forza dell'evoluzione, la saggezza del passato  e...no, beh, la terza e' troppo pure per me, Ken Fashionista,seriously?


E riflettendo sulla vita e le sue stranezze, mi alzo il cappuccio della bellissima felpa che mi ha regalato M. e me ne vado fuori ad affrontare il vento e la pioggia dell'invernale Wellington.

PS.
Ma porcapaletta mi sono dimenticata di andare a prendere i libri!!!!!
P e D non mi lovveranno davvero più adesso...pero' in compenso ho addomesticato Esperanza, mica cotiche!


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