sabato, dicembre 30, 2006
Un anno denso
Ho iniziato l’anno con una laurea inutile in tasca, molti complimenti senza prospettive ed un cuore ancora convalescente per le ferite recenti, e subito ho dovuto affrontare la varicella ed un’altra laurea, ancora più inutile…
Ho conosciuto persone che sarebbero state importanti per un po’, che avrei fatto soffrire per un po’, che non sarei riuscita a far entrare nella mia vita nonostante gli sforzi e che avrei perso prima che lo stesso anno tramontasse. Per quanto vale, io ci ho creduto.
Ho ascoltato la guerra, le bugie e le canzoni che hanno avuto successo. Ho votato sperando che qualcun altro mi fornisse delle prospettive, ma avevo già capito di non averne. Mi sono arrabbiata per aver perso così presto la voglia e l’illusione di cambiare il mondo.
Ho trovato nella dolcezza e nella stima di una professoressa la voglia di ricominciare a lottare, a credere ancora nelle mie possibilità. Ho passato giorni a inviare curricula a tutto il mondo, mentre nei weekend vendevo carta igienica o “One”, il viagra delle piante. Provare per credere.
Ho ricevuto una mail dalla NASA.
Ho preso e dato affetto, comprensione ed allegria alle amiche ed agli amici di sempre, ne ho trovati di nuovi e di vecchi, che credevo perduti.
Ho iniziato un master, ho avuto il mio primo contratto e ho ricominciato a riempire di sogni la mia valigia.
Ho sofferto con centinaia di lucchesi per aver perso i playoff all’ultima giornata, ma ho poi esultato con milioni di italiani per essere salita sul tetto del mondo, passando sulla schiena dei cugini. Po poroppo po po po!
Mi sono sentita utile e meno depressa grazie all’aiuto di chi non mi sarei mai aspettata; per la stessa persona ho buttato allegramente alle ortiche molti dei miei principi, come e più di quanto avessi già fatto in passato, e sempre a causa sua alla fine dei dodici mesi mi sono sentita inutile, usata e sola. Ma questo, decisamente, me l’aspettavo.
Ho iniziato a ballare.
Ho visto crollare un impero, ho visto la juve in B e mi sono trovata cucita sul petto uno scudetto pesante. Ho visto perdere Vale Rossi e ho seguito l’ultima gara di Michael Schumacher.
Ho visto matrimoni e funerali. Ho assistito alla laurea di chi si presentava con 112. Ho visto i Seminole comprarsi l’Hard Rock Café e ho visto nascere il comitato di liberazione dei Babbi Natale appesi ai balconi.
Ho scoperto che le saghe fantasy sono una droga potente.
Mi hanno consegnato due medaglie di merito, ma molto più importanti sono state le parole di ammirazione e sostegno quando più ne avevo bisogno, dalle persone più diverse, ed è anche per questo che continuo spensierata le mie piccole battaglie perse. Ho comprato tonnellate di libri e scarpe, ho cucinato biscotti e ho aiutato a crescere questo blog, grazie anche a chi ha trovato divertenti i nostri deliri.
Il nuovo anno mi troverà ad affrontarlo da allegra zitella che possiede ancora il computer più bello del mondo: due ottimi inizi.
E poi ho di nuovo voglia di andarmene lontano, ed anche questo è un buon inizio.
Quindi, gente, via ai festeggiamenti! Zampone, lenticchie, fuochi d’artificio e buoni propositi a volontà…nuovo giro, nuova corsa, giù il gettone e buon 2007!
martedì, dicembre 26, 2006
Nebbia in Valpadana
Beh, perdonami Lara, però grigia è grigia come immaginavo.
E poi è piena di gente strana.
Intanto è chiaro che i milanesi ci tengono a mostrare il loro folklore, dato che appena scesa dal treno la ragazza col mac si è imbattuta in un gruppo di indigeni locali, tutti vestiti di verde e con tanto di bandierine, ed ha ascoltato canzoni di Fabio Concato in tutti i bar da cui passava, o quasi… per non parlare della madonnina d’oro illuminata a festa e della vecchia che, esercitando l’autorità dovuta all’essere milanese da generazioni, oltre che dal visone e dalla borsa firmata, insegnava agli ignari visitatori (la parola turisti è troppo provinciale!) l’unico modo giusto per girare col tacco nelle palle del toro portafortuna all’interno delle Gallerie. La ragazza col mac l’ha seguita alla lettera…
Un’altra stranezza è che a milano i negozi sono come la porta di Diagon Alley: si trovano solo se si conosce la formula magica…e la ragazza col mac non la conosceva, perciò non potrà mai sapere se certe custodie per ipod sono veramente sbarcate tra i transappenninici o no.
Nella grande città inoltre si può avere come vicino di appartamento il grande Satana, che sente la radio a palla giorno e notte e si è convertito ad una non meglio specificata setta evangelica; e mentre siamo in bagno (l’unico vano non insonorizzato!) si può pure aiutare nel suo percorso spirituale il povero Satana – che urla a squarciagola:”Dio, se ci sei dammi un segno!” – tirando lo sciacquone con molta devozione…
Ma forse la cosa più strana di tutte è che a milano abita una persona che si è andata a laureare portandosi dietro come voto di partenza un bel…112! Eh sì, avete letto bene: questa ragazza con la faccia d’angelo è l’unica persona di cui ho sentito parlare a cui hanno dovuto togliere due punti per farla laureare…come poteva non incrociare il suo cammino con quello della ragazza col mac? Per non aggiungere che il suo relatore sembra decisamente il dottor House, e non solo nel fisico…
A parte tutte queste stranezze la ragazza col mac ha poi passato due giorni splendidi e molto “normali” con tanto di aperitivo very cool sui navigli – a milano sono pure convinti di avere una darsena! –, attraversamento notturno e sotto la pioggia della quieta “piazza della paura”, gita sulla metro nell’ora di punta e piena di borse ingombranti e fuga precipitosa fuori dalla prestigiosa Università Cattolica giusto poco prima che i suoi dipendenti inaugurassero la tradizionale natalizia Caccia al Darwinista, con tanto di testa impagliata come trofeo!
Ah,e sì è pure riportata a casa un libro di tutto rispetto, che ha già divorato…
Cassandra – C.Wolf
domenica, dicembre 24, 2006
mercoledì, dicembre 13, 2006
Vita da micio
Che giornata. Ci ho messo un secolo a convincerle a darmi i croccantini, in realtà avrei preferito quella succulenta carne in gelatina, ma ultimamente mi tocca di rado, devono essere un po’ in bolletta o forse hanno notato i rotolini di ciccia sotto le ascelle, menomale sono a pelo lungo, il pelo lungo sfina sapete?
Per convincerle a darmi cibo ho dovuto raspare per un po’ il mobile della scatola luminosa, lo so che il cibo non lo tengono lì ma in questo modo faccio un rumore infernale e di solito funziona specialmente se stanno fissando la scatola. Ad essere sincera non ho ancora ben capito dove tengono il cibo una volta è nello stanzino, una volta nel sottoscala e ogni tanto lo prendono dall’armadio bianco, non ci capisco niente, meglio andare sul sicuro: mobile della scatola luminosa.
Le mie coinquiline umane sono fortissime, grandi dormiglione, pensate che alle sei e mezzo di mattina ancora dormono e quando vado a svegliarle sembrano un po’ infastidite! Io ci vado lo stesso ovviamente anche perché nonostante il loro fastidio racimolo lo stesso un sacco di coccole e poi così mi faccio aprire la finestra per andare sul tetto.
La vita sul tetto è bellissima, trovo un camino caldo o un posto assolato e dormo. Il problema è che sul tetto ogni tanto si fanno spiacevoli incontri, quel gatto rosso ad esempio, un gran figo ma davvero un bastardo, pensate che una volta mi ha buttato giù dal tetto e ho fatto un salto di due piani che mi è costato la vita… bhè una vita, ora sono a sei. I maschi sono dei bastardi ti raspano alla finestra e poi ti inseguono per i tetti, su questa cosa dei maschi ho l’impressione che le mie coinquiline umane siano d’accordo.
A parte tutto la mia vita non è male ho quattro giacigli a disposizione, cinque se consideriamo il divano che ogni tanto concedo alle ragazze, ho dei giochini ingegnosi che ruotano (e che ogni tanto mi fanno un po’ paura) e i metodi per attirare l’attenzione (e le coccole) non mi mancano.
- salire sul tavolino quando fanno colazione
- salire sulle mensole
- posizionarsi perfettamente al centro dei fogli che stanno leggendo
- accennare all’idea di farsi le unghie sui quei cosi del Signore degli Anelli (basta avvicinarsi e arrivano…)
- strusciarsi a quel meraviglioso mac bianco
- sbattere la testa contro la porta
Una volta funzionava anche farsi le unghie sul poster di Manatthan ma ora lo hanno tolto, non mi ricordo bene perché….ah ecco… forse è perché l’ho distrutto (ups!)
Il fatto è che le ragazze non sanno resistere al mio sguardo dolce e al mio pelo coccoloso, alle mie scorribande nel corridoio e alle mie stranezze, e poi bastano un po’ di fusa e sono in mio potere, he sì, sono davvero il gatto dei loro sogni!
mercoledì, dicembre 06, 2006
Favoletta Natalizia
Indistruttibile come un cattivo da libro fantasy.
Comunque, prima che lo stress da regali, i film delle feste e soprattutto le 8 ore filate di canzoncine natalizie che Mediaworld propina agli sfortunati dipendenti mi costringano a diventare serial killer professionista di Babbi Natali, voglio raccontarvi quella che a tutti gli effetti sembra una piccola storia da libro cuore, altro che quella cocainomane della Piccola Fiammiferaia!
Tanto tempo fa (così inizia ogni fiaba che si rispetti) viveva in una ridente cittadina di provincia un allegro operatore ecologico – spazzino fa politicamente scorretto, é nessuno è scorretto a Natale – che, nonostante avesse un animo semplice ma molto buono, non aveva mai messo su famiglia. Questo simpatico personaggio si era ritrovato negli ultimi mesi a fare da “maestro” nel duro lavoro di operare in maniera ecologica – raccattare il pattume fa politicamente scorretto, e nessuno è scorretto a Natale – ad una giovane fanciulla di povera estrazione, che aveva accettato di buon grado questo lavoro provvisorio procuratole dal filantropico signor Adecco, pur avendo da accudire un marito momentaneamente inoccupato – disoccupato fa come le altre parole sopra, ormai si è capito, no? – ed una piccolissima bimba di 9 mesi. Inutile dire quanto l’allegro operatore ecologico si fosse affezionato alla povera fanciulla con prole, la figlia+nipote che non avrebbe mai avuto.
Successe poi che in una non tanto gelida mattina di dicembre l’allegro operatore decidesse di fare un grosso favore al Signore della Scarpa della ridente cittadina: il suddetto Signore infatti si era trovato a dover svuotare un magazzino ed aveva riempito ben 58 sacchi enormi di spazzatura, ops, di scarti non ecologici. L’allegro operatore si offrì di portarglieli tutti via lui, tanto in fondo quello era il suo lavoro e lo faceva volentieri. Il Signore della Scarpa, commosso dal gesto, decise allora di regalare al simpatico ometto un buono da spendere nei suoi negozi di calzature, dove avrebbe potuto trovare le scarpe più belle, comode e spropositatamente costose che si fossero mai viste (quantomeno nella ridente cittadina di provincia).
Ovviamente ogni abitante della suddetta ridente città ne avrebbe approfittato seduta stante fiondandosi nel primo negozio utile di scarpe, ma non il nostro protagonista, che senza pensarci due volte si fiondò invece a casa della povera fanciulla.
E fu così che quel Natale, per le strade della ridente cittadina illuminata a festa, la gente poté ammirare le bellissime scarpine a scaglie dorate (prodotte dagli allegri compagni calzolai Dolce e Gabbana, NdA) di una piccola bambina che mai avrebbe potuto permettersi di indossarle, senza l’aiuto di quell’operatore ecologico dal cuore d’oro… – attenzione, concludere esclamando “ma che bischero!” farebbe parecchio politicamente scorretto, e nessuno è scorretto a Natale!
Oh-oh-oh!
mercoledì, novembre 29, 2006
National zitella: Wolverinus canottatus
In questo numero prenderemo in esame una specie molto interessante, appartenente alla categoria degli eroi da fumetto. Ora, questa categoria solitamente non è molto stimolante per la zitella media, che non si intende più di tanto di super eroi e cose del genere, o che più che cat woman sogna di diventare la gattara del quartiere (la zitella è maestra nella teoria della volpe e l’uva…); comunque sia tra uomini in calzamaglia di dubbia orientazione sessuale, sparatori di ragnatele a cui vorrebbero dare una scopa per ripulire e uomini roccia dal fisico più o meno scolpito, anche la zitella trova un suo preferito: il wolverinus canottatus.
Il wolverinus è un simpatico mutante protagonista di avventure alquanto improbabili assieme ad una banda di fenomeni da baraccone. In realtà non è che il wolverinus abbia la vocazione dell’eroe, diciamo che in certi periodi la sua vita da asociale creatura dei boschi lo stressa un po’ e per rilassarsi non ha di meglio da fare che salvare il mondo.
Ovviamente ha un carattere schifoso, ma avere gli artigli non è una cosa che facilità la vita sociale. Il wolverinus è molto intrigante per la zitella che lo vede come possibile compagno di bevute e chiacchiere da disadattati, argomento principe i dolori reumatici dovuti a tutto quell’adamantio arrugginito, perché in fondo anche lui è uno zitello dentro.
Ovviamente non è questo a fare la differenza e nemmeno caratteri come gli artigli retrattili, o la capacità rigenerativa eccezionale, sebbene in realtà tutto questo susciti una certa curiosità (… siamo in fascia protetta e ci autocensuriamo), il vero punto di forza è la canotta (ben riempita) e quelle basette che trapiantate in qualsiasi altro individuo del genere umano provocherebbero conati di risate. Vi siete mai domandati perché delle cose orribili come le basette e la canotta della salute non sono andate estinguendosi nel tempo? La risposta è che in associazione con un particolare tipo di individuo questi elementi possono essere selezionati positivamente. Molto positivamente. Il wolverinus ne è un chiaro esempio.
Vera arma segreta, la canotta che lo caratterizza è un toccasana eccezionale per tutti gli sceneggiatori nei momenti di necessità: grazie ad essa infatti la zitella, di solito esigente per quanto riguarda trame, intrecci e recitazione, passa sopra a tutte le assurde trovate da fumetto, e trae dalla visione notevole soddisfazione. Il wolverinus intriga e appaga lo sguardo allo stesso tempo. Che volete di più?
sabato, novembre 25, 2006
Kant e la marmellata
Ho sempre pensato che questa frase fosse troppo sognante per un filosofo, per questo non l’ho mai presa molto in considerazione, ma in questi giorni mi sono sentita vicina a Kant, perché ho dovuto fare i conti con la mia coscienza e ho scoperto una cosa meravigliosamente inquietante: la mia coscienza è immersa in leggi morali di ogni tipo, ne ho una marea e ci credo veramente. L’ho scoperto rifiutando due lavori discutibili e sputando frasi ad un colloquio, una cosa del tipo
- questo tipo di curriculum non mette bene in evidenza le sue esperienze (erano in un capitolo apposito sulla seconda pagina…)
- He sì, per trovarle bisogna fare la fatica di leggerlo!
(… non troverò mai un lavoro)
La mia vita è immersa in un sacco di principi, un piccolo universo che vive dentro di me, povera idealista, che continua a permettersi il lusso di una coscienza (che considerando l’ultimo lavoro che ho rifiutato mi costa più di mille euro al mese). Non sono ancora abbastanza disillusa per vivere una vita comune, questa è la mia condanna.
Qualche dubbio su questa cosa in realtà lo avevo già perché non si può cantare a squarciagola Pride tenendo gli occhi chiusi senza avere nascoste sotto qualche coperta dozzine di leggi morali.
Rimuginando su questa cosa mi sono convinta che l’inizio di queste leggi e principi inalienabili probabilmente è legato al pane e marmellata che mamma mi preparava da piccola invece delle merendine confezionate dei miei coetanei. Merenda da idealisti. Sono stata cresciuta con cose buone non solo da mangiare ma anche buone dentro, scelte con dei sani principi di una volta il latte di una sola mucca, il pane di Villamagna, il salame della Rina, la coperta all’uncinetto di Nonna Lola, lo zaino che doveva durare una vita (ed è ancora in buono stato), i libri comprati a rate da mamma quando era giovane e squattrinata.
Ne è venuto fuori una ragazzina strana che andava a scuola a piedi (anche con mezzo metro di neve) e diceva al prof. di latino “guardi che lei non ha nessun potere su di me!” (pover’uomo quanto ci rimase male…).
Non ce la faccio a fare grandi compromessi perché credo ancora nella concretezza di certi ideali, credo ancora che buono faccia rima con pieno (nonostante le tasche vuote), che giusto faccia rima con solido e continuo a illudermi cercando in qua e la cose buone e giuste come il pane e marmellata.
martedì, novembre 21, 2006
Cime Tempestose
E già che ci siamo, Katerine é un po’ troia, Rochester un egocentrico opportunista e Jane Eire una secchiona scialba.
Se non si fosse capito, odio le Bronthe e odio i loro personaggi così tormentati, perché è anche colpa di quei libri se una povera adolescente impressionabile si è ritrovata la testa piena di sciocche fantasticherie romantiche. E nella vita poi c’è rimasta fregata.
Avrei voglia di citarle in giudizio per danni morali…ma come si può far credere alla gente che non solo il Grande Amore esiste (ho più prove affidabili dell’esistenza degli UFO nell’Area 51), ma dev’essere anche incredibilmente contrastato e sofferto?
Ma andiamo, gente! Nella realtà non si può essere così sadici e masochisti…Facciamo un semplice test:
Alzi la mano sinistra chi è convinto che è una fortuna poter vivere almeno una volta nella vita un amore straziante, in cui i due protagonisti si avvicinano e si allontanano con l’allarmante frequenza di un pendolo, in cui magari trovino spazio anche altri personaggi con vari gradi di turbe psichiche, scene da film con tanto di urla, pianti, incomprensioni o liti furibonde, e una passione così forte ed intensa da andare contro il buonsenso universale. Il tutto condito dalla sensazione di non poter proprio farne a meno e dal dubbio costante che l’altro non provi nulla di simile a quello che provate voi e vi stia solo prendendo in giro.
Ora invece alzi la mano destra chi crede che queste siano solo delle colossali fregnacce e che la vita in fondo sia semplice, ma già sufficientemente stressante senza aggiungerci il carico da novanta.
Bene.
Adesso tutti quelli che hanno alzato la mano destra la chiudano a pugno e la usino per tirare un bel gancio alla mascella di coloro che hanno alzato la mano sinistra.
Credetemi: state facendo a loro, e a tutti noi, un favore enorme.
mercoledì, novembre 15, 2006
Io e Frankie
I miei raffreddori sono leggendari e in un certo senso ne vado fiera; quando mamma dice: “ma come fai a prenderle così?” le sorrido e dico “è un lavodo duro ba quaccuno lo debe pur fade!”
Ora sono nella prima fase del raffreddore: apertura delle cataratte. Ben presto la frequenza degli starnuti aumenterà e inizieranno i lacrimoni tipici della fase fiume in piena, seguirà la fase quiete dopo la tempesta che di solito dura un paio di giorni in cui il naso pizzicherà e resterà chiuso rendendo impossibile la pronuncia di parole elementari come mamma e gatto (io uso lo stratagemma dei nomi propri che nel mio caso rimangono abbastanza pronunciabili), il tutto si concluderà con un bel mal di testa degno delle migliori sbronze. Essendo, il raffreddore uno dei punti certi della mia vita ho deciso che da quest’anno gli darò un nome. Che ne dite di Frankie? A me piace. Quindi, preparatevi perché abbandono la mia zitellaggine per qualche giorno e mi butto a capofitto in questa travolgente e travagliata relazione con Frankie, l’unica in cui i kleenex si usano durante e non alla fine.
sabato, novembre 11, 2006
Pandora è una stronza
Era qui fino a qualche giorno fa ed adesso sembra sparita, se ne stava nella poltrona che le ho preparato nel salottino del mio inconscio a sorseggiare wiskey, con le sue comode ciabatte, a scuotere la testa. Ma ogni tanto è così, la Rassegnazione compagna di tanti giorni, sembra sparire, lasciando posto alla sua nemica naturale la Speranza, a cui, credetemi, non va offerto nemmeno un pasticcino.
Sì, sì lo so, la Speranza è considerata una cosa buona, che fa andare avanti nei momenti brutti e storie del genere, ma lasciatemi finire.
Conoscete la storia di Pandora?
In breve a questa Pandora hanno regalato un vaso con dentro tutti i mali del mondo (regalino davvero simpatico, ma ho visto di peggio…) e questa svampita lascia fuggire dal vaso tutti questi mali (tra cui immagino ci fossero quelle società che vendono le suonerie in tv, Maurizio Costanzo e i pub senza birra) risultato: ovviamente il caos. Nel vaso però era rimasto un uccellino azzurro, la Speranza. Allora Pandora, decide di lasciarlo fuggire perché possa alleviare i mali che già si erano diffusi per il mondo.
Morale della favola:
1- La speranza è uno dei mali del mondo.
2- Pandora è una stronza perché lo sapeva e ha lasciato andare la speranza a mietere vittime.
Ora che sapete, potete dare la colpa a Pandora ogni volta il vostro cervello si ferma a sperare cose impossibili che in realtà non siete nemmeno sicuri di volere. C’è Pandora dietro a tutte quelle illusioni che ci condizionano e consumano, portando insoddisfazione e smarrimento. Perché la Speranza è così: ti trascina avanti, verso posti sconosciuti e quando gli domandi “Ma dove siamo?” ti risponde “E che ne so! Non sono mica un GPS” e ti ritrovi in lande sperdute e selvagge, mentre lei continua a sorridere.
Non biasimatemi se sto dalla parte della Rassegnazione (sì, lo so che Sandro non potrà resistere…), perchè su di lei si può sempre contare; ancora qualche giorno e mi porgerà il biglietto per il ritorno e riprenderà il suo posto, facendomi sentire di nuovo a casa.
martedì, novembre 07, 2006
A Malta
A Malta tutti parlano una lingua molto strana, simile a quella di un gruppo di siciliani ubriachi che cerca di spacciarsi per Klingon ad una convention di Star Trek...
A Malta i suddetti siciliani sono gente del nord ed il prototipo del Tamarro é il massimo del cool. Ma i gatti sono bellissimi.
A Malta ho visto solo tre iPod. E uno era il mio.
A Malta hanno un unico bosco, il buskett (appunto, vedi sopra), e lo considerano un'attrazione turistica, al pari delle opere d'arte e delle bellissime città rinascimentali.
A Malta tutti gli edifici sono assiepati sul lato est dell'isola, mentre sul lato ovest ci sono delle alte scogliere...sembra parecchio in bilico, non é che si sta per ribaltare?
A Malta i maltesi hanno il codice inglese, ma guidano come italiani.
A Malta la Pina mi ha consigliato un ristorante, che invece era un night club: Pina, meglio che nessuno sappia cosa hai fatto laggiù!
A Malta il cielo é sempre immenso, e vicino, e ci vola anche la RyanAir.
Ma soprattutto, la cosa più incredibile ma vera: a Malta il caffé é buono e fanno un pane che é la fine del mondo!
ed ovviamente la pagnotta é stato l'unico souvenir che ho riportato...che dite, ce la mangiamo insieme una bella bruschetta?
giovedì, novembre 02, 2006
Priorità
Ma in fondo ha sempre saputo che nella vità é tutta questione di priorità, come dice lo slogan del magnum (la ragazza col mac guarda troppa tv). E stabilendo le proprie priorità, si é accorta che orgoglio e dignità personali sono doti utili, ma nulla possono contro alcune correnti più profonde ed imprevedibili.
Quindi la ragazza col mac ha raccolto tutto il suo coraggio, e forse ne ha preso in prestito un po' dagli altri, ha fatto un cd e si é messa in macchina, guidando per una strada percorsa già troppe volte, anche se sempre molte meno di quante avrebbe voluto.
Ad ogni stop, semaforo o rotonda, la ragazza col mac avrebbe voluto tornare indietro, ma ha fatto finta di non sentire la sua parte razionale che le dava dell'idiota. Alla fine la parte razionale ha deciso di chiudersi in bagno e non voler assistere a certe scene. La ragazza col mac ha approvato la scelta e ha continuato a guidare.
Arrivata a destinazione la ragazza col mac si é accorta di due cose:
1. la benzina era quasi finita
2. non aveva idea di dove cercarlo
Alla fine la ragazza col mac ha scelto la soluzione più semplice: ha ignorato la spia della benzina ed é andata a casa di lui.
La ragazza col mac é un po' sfigata. Ma questo lo sapete già. Quindi ovviamente a casa ha trovato solo il padre, che non sapeva minimamente dove fosse lui.
Il padre, gentilissimo, ha chiesto alla ragazza imbarazzata se aveva provato a chiamarlo. La ragazza col mac ha risposto con un vago "ehm, mi da irraggiungibile".
Allora il padre, sempre gentilissimo, ha detto alla ragazza che avrebbe riferito la sua visita. La ragazza col mac si é ricordata del finale di "match point" e, sebbene non assomigli per niente a Scarlett Johanson, ha avuto un attimo di paura. Quindi ha detto al padre di non preoccuparsi, lo avrebbe cercato lei, e se n'é andata.
La ragazza col mac a questo punto si é accorta che tanto più in basso non poteva andare e lo ha chiamato, convinta che non rispondesse. Invece ha risposto.
"Pronto."-"Facciamo pace?"-"Sì."
E così hanno fatto pace. Non si sono chiesti scusa, non si sono spiegati, ma alla ragazza col mac va bene anche così.
Perché lei sa che lui sa che lei questa volta aveva un sacco di ragioni, ma che in fondo tiene più a lui che a loro. E sa anche che questa pace non cambia nulla in un rapporto ormai incrinato. Però adesso la ragazza col mac é più serena.
Quindi la ragazza col mac ha ripreso la macchina e sulla strada del ritorno ha fatto amicizia con un simpatico benzinaio, che voleva installarle l'impianto a gas sulla Uno.
Poi é tornata a casa, si é vestita da Buffy l'ammazzavampiri ed é andata ad una festa con tanto di balestra vera in spalla.
Da questo si capiscono 3 cose: la ragazza col mac non é una persona equilibrata, però ha un bellissimo computer ed un cuore enorme.
Ed in fondo due su tre é una buona media.
domenica, ottobre 29, 2006
Amici nostri...
Sono amici nostri....
Quelli che...le lasagne le mangiano anche dal sacchetto della spazzatura (erano fatte in casa,come rinunciarci?)
Quelli che...sono abbonati alle le figure di merda:"il casellante...che lavoro da alienati!" "eh già, mio fratello è un casellante..."
Quelli che... si laureano solo grazie al fatto di non essere discendenti dei pirati di Capraia.
Quelli che... amano la precisione e cuociono la pasta con in mano il cronometro
Quelli che... lasciano il cellulare in frigo
Quelli che...dopo anni di solo pollo, mangiano il merluzzo perchè gli è stato dimostrato che in sostanza il merluzzo è il "pollo di mare"
....
A piccole dosi
Questa frase cortese mi tormenta da tempo, un po’ perché mi è stata detta da una persona a cui tenevo e un po’ perché è fondamentalmente vera. ma poi la Pollyanna che tutti noi teniamo segregata a pane e acqua negli scantinati dell’inconscio mi ha fatto notare, tra un arcobaleno di cristallo, una serie di perizie psichiatriche e forse anche qualche buon tiro della famosa polvere di Pollon, che in fondo anche ciò che si assume a piccole dosi può non essere niente male…qualche esempio?
Beh, se prendete della camomilla, ne potrete bere un vagone senza problemi, mentre un buon rum giamaicano rosso invecchiato di almeno 5 anni va gustato solo a piccoli sorsi...
Di riso in bianco o puré di patate ci campa un intero ospedale per anni, mentre di funghi porcini, lasagne al ragù fatte in casa, nutella e torte sacher proprio è meglio non abusarne…
Ancora, potete vedere e rivedere le commedie di Meg Ryan fino al suicidio, ma ad un film di Kubrick basta una sola visione per entrarvi dentro…
Ed anche il buon vecchio arsenico si tollera solo a piccole dosi, ma provate a simulare i suoi stessi effetti a suon di Guttalax e poi mi racconterete del mutuo preso per pagarne la fornitura…
Potrei continuare, ma penso di aver reso l’idea: ha ragione la cara Pollyanna (a cui ho appena spezzato di nuovo le gambine, così, per farle un piacere) quando afferma che nella vita molte delle cose più piacevoli e stimolanti sono anche le più difficili da sopportare e quindi adatte solo ad una ristretta cerchia di estimatori. E questo probabilmente vale anche per il genere umano.
Quindi bello mio, io sarò anche da assumere con precauzione, ma tu vergognati, che non reggi neppure l’equivalente di un prosecchino! Torna dai tuoi brodini di gallina,va’,che almeno quelli li digerisci…
(alla faccia della modestia, eh?W l’autostima spropositata ed ingiustificata!)
giovedì, ottobre 26, 2006
eclettico
la mia gatta ha deciso di godersi la vita al meglio delle sue possibilità.
in questa nuova ottica quindi domenica si è ingurgitata un'intera coppetta di mascarpone al caffè (colpevolmente lasciata incostudita in cucina dagli umani), probabilmente solo per vedere di nascosto l'effetto che fa.
"mmhmm, buono!", questo dev'essere stato il primo e contemporaneamente ultimo pensiero lucido dell'intrepida felina prima che le entrasse in circolo la botta caffeinica.
Dopodichè si registrano solo 2 giorni di prove di motomondiale (con tanto di curva ad avvitamento in discesa sulle scale, comparabile con la mitica Cavatappi di Laguna Secca); arrampicate sulle tende degne dell'indimenticato Manolo; occhi a palla con tanto di pupille dilatate che ti fissano da un corpicino peloso chiaramente stremato ed in estremo bisogno di sonno e pure misteriosi ed inquietanti messaggi scritti col vapore sugli specchi, del genere:"VI PREGO FERMATEMI"
a fronte di quanto descritto gli studiosi sono pervenuti alla conclusione che un'overdose di caffeina comporti l'insorgere di strani comportamenti nel gatto, comparabili a quelli osservati in un campione di pendolari nell'ora di punta della tangenziale ovest milanese.
in attesa di un rimedio per i soggetti in esame, i suddetti studiosi, in accordo con wwf e protezione animali, sconsigliano la riproduzione privata dell'esperimento.
lunedì, ottobre 23, 2006
Compito in classe...
E' Fantasia, Intuizione, Colpo d'Occhio
e Velocità d'Esecuzione...
(Amici Miei)
mercoledì, ottobre 18, 2006
Pettegolezzo del mese
Sebbene i più dubitino seriamente del mio essere capace di tali sentimenti, la notizia ha iniziato a girare fino a convincere anche i più scettici. Tutto ha avuto inizio la sera del concerto di Bruce Springsteen, giorno in cui degli spudorati amici insinuano che lui ci abbia, addirittura, provato con me. Da quel giorno non si parla di altro, sono ufficialmente il pettegolezzo del mese.
La cosa è molto divertente soprattutto perchè la notizia è totalmente campata in aria. Si sa com’è, quando mancano i pettegolezzi veri non rimane che accanirsi sulla zitella, caso perso, del gruppo.
Da tempo gli amici (in realtà delle lavandaie sotto mentite spoglie) cercavano l’occasione per appiopparmi una cosa del genere e la sera del concerto non hanno resistito, d’altra parte Gregorio era il mio compagno di banco alle superiori e (dannata me!) mi sono lasciata sfuggire che lo trovo un bel ragazzo (in realtà il commento me lo hanno tirato fuori con le pinze…).
Missione compiuta: zitella accasata. Chi se ne importa dei piccoli particolari insignificanti come il fatto che lui sia fidanzato, e che quel provarci con me in realtà fosse parlare del concerto con entusiasmo… Quisquillie, perché, come dicono le mie personali malelingue, lui avrebbe dei notevoli vantaggi dallo scegliere me: sono springsteeniana e abito a poca distanza (comodissimo specialmente d’inverno con le strade ghiacciate). Anche io avrei dei favolosi vantaggi: lui è alto (?) e la sua mamma ha un bar e fa dei panini buonissimi. Probabilmente già mi vedono a crescere dei ragazzini alti, a forza di deliziosi panini farciti!
La faccenda ha anche un lato istruttivo, per esempio quando vengono enunciate teorie meravigliose (e completamente assurde) per le quali il metodo migliore per riconoscere i bravi ragazzi è che questi solitamente sono fidanzati! (geniale vero?)
Qualche buon cuore conoscendo la mia totale incapacità a riguardo mi ha anche organizzato un incontro (dovrei andare a portargli un CD questo fine settimana) se vi interessa (spero di no) vi tengo aggiornati…
domenica, ottobre 15, 2006
strani incontri
un lusso in cui un tempo sguazzavo felice ed ignara e che adesso sembra più ambito, ed improbabile, di un oasi nel kalahari...
beh,giovedì scorso mi sono concessa finalmente di trovare la mia oasi nel deserto, e me ne sono andata a zonzo per le belle colline sopra livorno con una cara amica in procinto di migrare (di nuovo...che invidia!).
Fra chiacchere, mangiate all'aperto, uova, zucche e pomodori scroccati direttamente dall'orto (e dal pollaio), caffé, altre chiacchere, vecchie foto e nuovi paesaggi, ci siamo ritrovate, come sempre, a scendere verso il mare per aspettare il tramonto con i piedi immersi nell'acqua limpida del Romito.
e proprio lì, mentre aggiornavo la mia amica sulla storia che tutti vogliono sapere, mi sono sentita strusciare lievemente il mignolo destro; abbasso gli occhi (sollevando contemporaneamente il piede!) e mi trovo faccia a faccia con un polpo dall'aria perplessa e lo sfiatatoio pulsante...molto verosimilmente era stato attratto follemente dall'aroma di piede-in-scarpa-da-tennis-a-mezza-stagione che emanava il mio mignolo, anche se preferisco immaginare che fosse uscito per sentire la mia storia e mi avesse toccato il piede in segno di partecipazione (in fondo anche i polpi hanno un cuore,l'ho imparato a "sistematica e filogenesi animale"!).
ovviamente l'agitazione prodotta dalla frenetica ricerca della macchina fotografica da parte della mia amica, ma soprattutto il mio sguardo che più di compartecipazione nei problemi della vita esprimeva famelica cudigia (ebbene sì,eva, te lo devo confessare:mentre tu desideravi fotografarlo, io me lo sentivo già in bocca con prezzemolo, aglio e patate lesse!) ha fatto sì che il nostro molliccio amico se ne sia andato a tentacoli levati lasciando sia noi che lui a bocca asciutta...
comunque, come si dice sempre in questi casi, é stato un incontro breve ma intenso!
(Questo post é per te piccola Papakia: Buon Viaggio! parti con la tua irresistibile leggerezza, la tua spontaneità e la tua sete di ricerca e vedrai che i fantasmi non appariranno più e tutto tornerà ad essere nuovo ed incredibile ai tuoi occhi..)
mercoledì, ottobre 11, 2006
Troppo Bella...e troppo (anti)Naturalista!!!
E' un post veramente fantastico e quindi non mi sono fatta alcuno scrupolo di coscienza, ma neppure uno piccolo piccolo, a copiarla dal nostro caro e stimatissimo (questa è una palese captatio benevolentiae...tante volte l'interessato non se ne fosse accorto) albolo ed incollarla qui sotto...
Grazie A. e Buon Divertimento!
L'arca...
C’erano proprio tutti. Non è vero, come invece sostiene la sciocca canzoncina, che mancavano i due leocorni. C’erano anche quelli, perlomeno all’inizio. Dopo 35 giorni di pioggia ininterrotta, con venti che continuavano a soffiare all’impazzata da tutte le direzioni e onde più alte di una sequoia obesa…iniziarono a serpeggiare i primi malumori e un po’ di sfiducia. E naturalmente un pizzico di nervosismo. Il corvo e il gufo sostenevano che non ci fosse possibilità di salvezza. Il coccodrillo piangeva. Alcuni erano soggetti a crisi di identità. Il cane, impaurito, spiccava balzi felini ad ogni sussulto della barca e il gatto lo guardava in cagnesco. I viveri iniziarono a scarseggiare. Tutta l’imbarcazione era un perpetuo lamento e grida di disperazione soffocavano l’ululato del vento. Noè fissava i conigli con espressione interessata ma il Signore gli ricordò che il suo compito era salvare gli animali, non di farli oggetto del proprio estro culinario e, per essere più convincente, gli incenerì i baffi con una saetta. I conigli e l’ENPA resero grazie a Dio, Noè finalmente si rasò. La situazione divenne drammatica e fu riunita tutta la comunità per deliberare sul da farsi.Noè fece la sua proposta: “Sacrifichiamo i conigli: sono tanti e gustosi…” Poi si ricordò dei baffi e si zittì. Qualcuno propose il leone ma questo non si mostrò per nulla collaborativo. L’ape fu scartata perché produceva il miele, la pecora dava la lana, la gallina faceva le uova, la mucca il latte. “E Noè cosa fa?” domandò provocatoria la tigre… “Io faccio…il caffè!”, improvvisò Noè, suscitando unanimi consensi. Il canguro prese la palla al balzo e azzardò: “Gli unici che non partecipano a questa riunione sono i leocorni (guardate come sono intenti ad amoreggiare, mentre qui si discute il futuro del creato!). Tra l’altro qualcuno sa per caso dirmi a cosa servono i leocorni?” Il silenzio fu totale e la tavola imbandita. “Ma se qualcuno ci contestasse l’arbitrarietà di questa decisione?” fece la lepre titubante, “Diremo che i leocorni non sono mai saliti su questa barca…”, osservò lo sciacallo. Dopodiché si udì solo un prolungato e vigoroso lavorio di mandibole.
venerdì, ottobre 06, 2006
Una scorciatoia per la felicità
Erano le venti circa ed Elisa lo ha detto proprio col cuore (o meglio, con quel surrogato che forniscono in dotazione a noi zitelle).
Ma facciamo un passo indietro verso la strada che ci ha portato a questa felicità.
Strada cosparsa di foglie secche e ricci di castagne.
Perché se è vero che “zitella vera, fa da bosco e da riviera” noi non siamo certo un’eccezione e se in un pomeriggio autunnale si presenta la possibilità di andare per boschi a far funghi chi si tira indietro? Certo non io che mi vestivo da fungaiola anche quando andavo a lavoro!
Un cesto pieno di funghi: la nostra scorciatoia per la felicità.
A dire la verità, i funghi che vedete in foto non sono esattamente merito nostro (Stefania è stata molto più brava di noi…). Ce l’abbiamo messa tutta per trovare il ceppatello della vita, ma un po’ come ci accade ogni giorno ci siamo ritrovate faccia a faccia con i più bizzarri e colorati “fungacci” delle peggiori specie: che ci volete fare, certe consuetudini uno se le porta dietro anche negli ambiti più impensati della vita...
Comunque sia, tra le nostre solite dissertazioni da naturaliste sulle formazioni rocciose della successione Toscana, la stabilità del versante del Prato Fiorito e le strategie di locomozione di una lumacona (osservate molto attentamente,per vedere se erano dirette verso un bel porcino!), siamo riuscite a scroccare i funghi trovati dalla scatenata Nonna Coccò; così la felicità formato Risotto ai Porcini e Gallettini è arrivata anche per noi ed esaltata da un buon vino rosso ha portato all’esclamazione di Elisa e a questo post.
Come sono felice!
giovedì, ottobre 05, 2006
Vademecum!!!
ehi gente!
il vademecum, sebbene in continua evoluzione e quindi assolutamente da non considerarsi come definitivo, é disponibile per tutti i temerari che vorranno richiederlo al nostro indirizzo mail del blog, come potete vedere nella barra laterale...beh, dirvi buona lettura mi sembre pretenzioso,ma comunque fate del vostro meglio per divertirvi insieme a noi!!!
domenica, ottobre 01, 2006
National Zitella: il Ramingus Olezzosus
L’areale di questa specie copre gran parte della Terra di Mezzo, ed in particolare gli habitat da lui privilegiati sono le zone impervie e boscose del Nord, dove può comodamente dedicarsi alla sua attività preferita: farsi i cavoli suoi. Una caratteristica importante del Ramingus olezzosus, difatti, è l’estrema asocialità.
Assieme all’ Olezzosus fa parte del genere Ramingus anche il Permanentatus, che a differenza dell'Olezzosus fa una vita più stabile e ricopre importanti ruoli istituzionali,. Dall’incredibile somiglianza fisica fra le due specie, unita alla contemporanea grande differenza nel comportamento sociale, deriva la credenza comune che il Ramingus sia animale da Bosco e da Riviera.
Da un punto di vista filogenetico siamo ormai certi della discendenza del Permanentatus dall’Olezzosus, il quale si differenzia primariamente per la scarsa frequenza dei lavaggi. Alcuni studiosi suggeriscono come causa della speciazione l’assidua frequentazione da parte di un certo numero di esemplari di Ramingus Olezzosus con gli elfi (notoriamente con forte tendenza all’isolamento ed alla deriva genetica, oltre che puliti e pettinatissimi).
Dopo accurati studi, sostenuti dai più autorevoli studiosi sia sul campo che in laboratorio si è giunti alla conclusione che la grande passione delle zitelle per il Ramingus non sia dovuta a delle peculiarità caratteriali particolari, ma al grado di sporcizia accumulata nel suo girovagare che ne determina il caratteristico odore muschiato, nonché al carattere alquanto ostico e alla sua superba capacità di spalancare portoni in modo molto eccitante. Test di laboratorio hanno inoltre mostrato come il grado di appagamento della zitella alla vista del Ramingus sia proporzionale al numero dei giorni passati senza lavarsi del soggetto il esame. Va da se quindi che l’Olezzosus è di gran lunga più ammirato del Permanentatus che, pur riscuotendo degni apprezzamenti, non ha il potere attrattivo devastante che ha reso così celebre l’olezzosus tra le zitelle.
domenica, settembre 24, 2006
E fu così che la mamma di bambi finì nel ragù...
a dispetto di quello che possono dire le malelingue, io adoro i bambini!
sono, lo ammetto, dei nani inutili per la maggior parte del loro tempo; però se bene ammaestrati possono risultare vantaggiosi (é facile e redditizio scaricare la colpa di qualche guaio su di loro) e soprattuttutto facilmente plagiabili ed impressionabili, fatto di cui approfitto con gusto e regolarità...
Ma, spezzando una lancia a loro favore, devo ammettere che i bambini di oggi sanno molto di più il fatto loro rispetto a quando bambini lo eravamo noi, il che li rende molto più interessanti ai miei occhi, ma leva gran parte del divertimento...Un tempo, per esempio, i nani piangevano immancabilmente quando quell'idiota mamma di bambi veniva uccisa, soprattutto se uno faceva loro notare che quella stessa mamma di lì a poco sarebbe stata trasformata in prosciutto, bistecche e forse pure in un bel paio di scarpe. Adesso invece distolgono gli occhietti attenti da quella palla di cartone e cominciano a farti un sacco di domande sul procedimento quasi magico che riesce a trasformare un solo cervo in tutte quelle cose, facendoti rimpiangere amaramente di aver aperto bocca.
Chi di spada ferisce...
Altro argomento, quello più spinoso per eccellenza, é la loro curiosità sulla "nascita dei bambini": io, che precoce proprio non sono mai stata, ammetto di non essermi mai posta veramente il problema e di aver appreso il procedimento da un'amichetta in quinta elementare, mentre i bambini che guardo (rispettivamente di 6 e 3 anni) hanno già una loro idea,anche se un po' confusa...vi riporto il dialogo di qualche giorno fa:
Gemma:"ma perché mamma e papà dormono insieme?é perché vogliono fare un altro bambino?
Martino:"ma perché a noi due ci ha fatto solo mamma?"
Elisa:"mamma e papà dormono insieme perché sono sposati, e i bambini li fanno insieme, solo che poi crescono nella pancia della mamma e vengoi fuori da lì"(ehi,niente commenti, non ho una laurea in pedagogia!)
Gemma:"ma non é vero!anche gli uomini possono fare i bambini,io ne ho visti tanti col pancione!"
Elisa:"ma no!e secondo te da dove uscirebbe il bambino dalla pancia di un uomo?"
Gemma(tutta sorridente):"dal pisello!gli si allarga il buchetto ed esce il bambino!!"
Elisa (alquanto perplessa della conoscenza anatomica della bimba):"no,vedi, un bimbo che nasce é già grande,non potrebbe mai passare da quel buchetto, e poi..."
Martino,interrompendo entusiasta:"Allora nascono da dove esce la cacca!!!"
Oddio - ho pensato - ne conosco diversi che sembrano proprio nati in quel modo...e se avessero ragione i bambini?
domenica, settembre 17, 2006
Ai limiti dell'assurdo
Quello di sognare il concerto di Bruce quando mancano poche settimane (stavolta i biglietti li abbiamo per tutti, grazie al cielo) è una specie di rito collettivo che capita ogni volta a noi appassionati, di solito si tratta di sogni rocamboleschi in cui per esempio siamo in teatro e mancando le sedie, Bruce va a prendere quelle del camerino scusandosi.
Ma sentite quello di oggi.
Siamo in un cortiletto. Bruce è solo su un panchetto e il palco è una specie di gettata di cemento (a dire la verità ricordava i palchi delle feste pro-ambulanza a cui andavamo a suonare ai bei tempi col gruppo: ma questa è un'altra storia…). Noi siamo davanti in un piccolo spiazzo. Il sogno comincia mentre Bruce canta una canzone allegrissima con i coretti, il pubblico ovviamente è in estasi (anche se, chissà per quale ragione, il ritornello pensandoci ora sembrava un po “o chihuahua ”). Mentre Bruce canta, un signore dal pubblico inizia a dire che la canzone gli ricorda un vecchio stornello che cantava sua nonna. Bruce (ovviamente) smette di cantare e dice a questo signore che non capisce cosa sta dicendo. Io a quel punto mi offro come traduttore simultaneo, e spiego a Bruce (in un inglese improbabile) che la vecchia canzone della nonna parlava della moglie di facili costumi di un carcerato. Bruce è molto colpito dalla cosa e guarda la chitarra in silenzio. Poi alza la testa e ci dice che è una cosa molto triste e che la canzone di prima non ci sta più bene (in effetti "o chihuahua" con la moglie zoccola del carcerato non c’entra tantissimo). Io a quel punto mi giro e dico agli altri: ”vedrai che ora fa Matamoras banks” (che è una delle canzoni più tristi di Bruce, la mia preferita di D&D, e qui chi sa mi segue, chi non sa fa lo stesso),
Il sogno finisce qui ingoiato tra altri che ora non ricordo benissimo, mi sembra che ci fosse Orson Wells che mangiava il popone…ma non garantisco.
venerdì, settembre 15, 2006
Incontro con un vecchio amico
Con gli anni io e il mobiletto ci siamo persi di vista, fino alla settimana scorsa. Stavo organizzando la festa per i 30 anni di mio fratello e per la location era arrivata la possibilità di usare un salone di una casa che i Santux stanno ristrutturando nella campagna volterrana. Vado a sistemare il salone e lo vedo, accanto ad una colonna, silenzioso e un po’ polveroso, era lui: il mobiletto bar. Avevo le lacrime agli occhi (per la polvere probabilmente..)!
Preparare il resto è stato un gioco da ragazzi, avevo l’amico mobiletto ad ispirarmi ed in pochi istanti il salone si è trasformato in una specie di pub: tavolini, luci soffuse e perfino il tabellone con le freccette, semplicemente meraviglioso. Ovviamente, stavolta, sul mobiletto l’acqua tonica c’era, ma era in compagnia migliore!
Morale della favola: Magari non sarò in grado di beccare gente ai banconi dei bar ma tra i miei amici ne ho uno che fa il bancone del bar nella vita.
P.S. La festa è stata un successo. Grazie amico mobiletto e alla prossima!!
mercoledì, settembre 13, 2006
Caronte
Ecco a chi mi sento di assomigliare a volte…
Non ci avevo mai fatto caso fino a stasera quando, parlando ad una cara amica in evidente difficoltà sentimentale, molto simile a ciò che ho provato (o provo?) io, le ho detto:”benvenuta sulla mia barca!”
Ed in effetti il nostro caro traghettatore non è che si trovi nel luogo più ameno dell’universo (lo Stige onestamente non é proprio un fiume da paesaggio campestre), né la sua barca sembra essere particolarmente confortevole o il lavoro così motivante…ma alla fine la sua più grande rivalsa è proprio quella di sapere che prima o poi tutti si trovano a passare dalla sua bagnarola, anche le persone più impensate, anche quelle che “loro proprio no”.
Certo, lui è l’unico che ci rimane sopra vita natural durante (si fa per dire), e sicuramente le peculiari caratteristiche del suo lavoro, unite al carattere da zitello doc (vedi la poca cura della persona, il perenne cipiglio da snob schifato e i continui borbottii malevoli), lo hanno inacidito quel tanto che basta a non favorirlo minimamente nelle relazioni sociali, ma nonostante tutto lui si sente quasi soddisfatto, poteva andar peggio, e gode (caso perso come me) della sottile, quasi subdola rivincita nell’accogliere più gente possibile sulla sua barca…perché alla fine anche gli altri avranno capito, anche se per un periodo molto più breve, come ci si sente nei suoi panni…
E quindi mando un bel Buon Lavoro al compagno di sventure (chissà, magari ha un macbook pro sulla bagnarola e grazie alla connessione wireless ci legge pure lui) e gli ricordo i famosi versi:
Caròn non ti crucciare
Vuolsi così laddove si puote
Ciò che si vuole
E più non dimandare
mercoledì, settembre 06, 2006
Per Glauco
Si, lo so, ricorda un po’ i saluti alla zia argentina di un programma televisivo di bassa lega, ma la richiesta è capitata ed eseguo (anche perché adoro le persone con mania di protagonismo…). Dedico quindi il post a Glauco (una delle poche persone conosciute a lavoro abbastanza fuori di testa da considerare i miei deliri) che con questa citazione fa il suo ingresso nel mondo della vitamina R. Sicura del suo immediato pentimento gli mando anche un po’ di saluti visto che sono sull’orlo della disoccupazione e chissà se ci rivedremo. Ma non vi preoccupate per me, perché come dice mio zio : ”mica ti hanno tagliato le mani!”.
P.S. Per il momento il servizio di citazioni a richiesta è gratuito ma visto il periodo di vacche magre chissà…
domenica, settembre 03, 2006
Barzelletta (!?)
"Buongiorno, vorrei fare un abbonamento in tribuna"
"Buongiorno a lei, in tribuna posso vendere i posti delle file I e H, gli altri sono riservati o già occupati"
"Ah, capisco...ma vede i miei amici, sa sono quelli dello sponsor FIPA...(??), hanno i posti nella fila M e mi avevano detto che ce n'erano ancora liberi..."
"Mi spiace, quei posti sono occupati oppure riservati agli sponsor, io posso venderle SOLO le file I e H"
"Ah,senta, non mi può dare allora una fila N?No?Allora io come faccio ora, dovrei entrare dentro lo stadio a vedere...mi fa entrare?così scelgo il posto..."
insomma, dopo un po' di questi discorsi, commosso dalle sue preghiere lo fa entrare nello stadio il segretario. dopo dieci minuti il nostro eroe ritorna:
"Bene, ho visto i posti e deciso: voglio il posto M 63"
???
"No guardi, mi spiace ma IO POSSO VENDERE SOLO LE FILE I E H"(tono lento e scandito tipo maestrina con bimbo ritardato)
"Ah,ma la fila I poi é sotto la balaustra, troppo lontana dai miei amici...allora io adesso dovrei rientrare a vedere..."
"Aspetti, ho qui una piantina dettagliata, con tutti i posti segnati...vede?questi sono i posti dei suoi amici, e queste qui, FILE I E H, sono quelli che posso vendergli.Vede?segua il mio dito..."
"Ah, vedo, grazie, é gentilissima...ok,allora ho deciso: prendo il posto L 45!"
AAAAARRRGGGHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!
"MI SPIACE, MA IO POSSO VENDERE SOLO LE FILE I E H....LA PREGO SCELGA UN POSTO IN UNA DI QUELLE FILE!"
Alla fine il nostro eroe, circa 35enne, prende il posto I 43, sia lodato il cielo, e allungandomi un tesserino dice:
"Me lo faccia ridotto"(alla riduzione hanno diritto donne,anziani,ragazzi,invalidi e militari, NdR)
io prendo il tesserino, lo apro e ci trovo scritto:
MINISTERO DELLA DIFESA
ARMA DEI CARABINIERI
Ah,beh,allora é tutto chiaro...
domenica, agosto 27, 2006
National Zitella: il Fitzwilliamii domesticus
Fitzwilliamii domesticus
Pensi alle zitelle e pensi al gatto. Ma nonostante il gatto (Felix domesticus) occupi nell’immaginario collettivo il ruolo di animale totemico delle singole per scelta (di qualcun altro), esiste un compagno che più del gatto (si avete capito bene: più del gatto) risponde a pieno alle necessità della vera zitella. Ovviamente è rarissimo, leggendario secondo alcuni, e per questa ragione il gatto ha avuto così larga diffusione. Si tratta del Fitzwilliamii domesticus, comunemente noto come il Darcy. Dopo anni di ricerche eccoci pronte a descriverlo da brave naturaliste in base all’olotipo fornitoci dalla cara Jane Austen.
Il Darcy è il compagno perfetto per una zitella, ma perfetto davvero. Deve ancora venire al mondo colei che letto Orgoglio e Pregiudizio non sbavi pensando a Fitzwilliam Darcy, e che non invidi a morte quella acida di Elizabeth Bennet.
(Vi prego, non pensate al recente film con Kira Knightley, lì il Darcy lo hanno sostituito con una classica mozzarella inglese, se proprio averte bisogno di un’immagine-icona del Darcy, vi preghiamo di consultare il documentario BBC in sei capitoli intitolato “Pride and Prejudice”, con Colin Firth nella parte dell’oggetto di studio…)
Di seguito, ecco le sue caratteristiche specifiche:
Darcy è bello.
Darcy è sicuro di se.
Darcy ha carattere.
Darcy è intelligente e spiritoso.
Darcy è ricco, anzi straricco.
Darcy è elegante.
Darcy è spocchioso ma ha ragione di esserlo (vedi sopra…)
Darcy alla fine si rivela, anche generoso e sensibile…
Queste caratteristiche potrebbero bastare per riconoscere un Darcy, ma in realtà il carattere che lo distingue univocamente è il fatto, incredibilmente raro, che un uomo del genere abbia un debole per le ragazze acide, non bellissime, povere, con una famiglia imbarazzante e che lo trattano a pesci in faccia. Probabilmente per questo motivo la fitness del Darcy (inserito nell’elenco delle specie a rischio dal 1814) non è delle più alte, e l’evoluzione tende da tempo a ridurre il numero degli esemplari fino all’inevitabile estinzione; ma in fondo cosa può Darwin contro una zitella in piena rumba ormonale?
mercoledì, agosto 23, 2006
rimembranze..
Mi vedete là in mezzo alle bandiere?allora non lo sapevo ma quella é stata l'ultima grande trasferta della mia vita (almeno per ora!): due treni speciali, appunto, duemila lucchesi che si misero in cammino verso trieste (7 ore e mezzo ad andare, non so quante a tornare) inseguendo il vecchio grande sogno della promozione, mai così vicino da quando siamo in C.
Nella solita carrelata di flashback che si presentano alla mente, spiccano le immagini delle bandiere che spuntano dai treni dipingendoli di rossonero, dei boccioni da 5 litri dal dubbio contenuto che venivano offerti in ogni scompartimento, l'entrata nello stadio con i tappi dell'acqua nascosti nelle scarpe, perché non si poteva entrare in uno stadio con delle bottiglie chiuse, il canto continuo per tutti i novanta minuti nonostante i due gol di Bau (ma ci si può far segnare da uno con un cognome così?) e poi ancora io che trascino per un braccio la mia amica,allora quasi neofita di trasferte, che inveiva contro i triestini, il sasso lanciato contro il nostro autobus che ferisce il nostro vicino e, più nitida di tutte, l'immagine dei nostri due treni alla stazione di trieste, appaiati l'uno di fronte all'altro, con tutti noi fuori dai finestrini ad agitare bandiere,battere le mani contro il treno e cantare come un solo organismo "NON MOLLARE MAI!"per non so quanto tempo, perché tutti insieme ci credevamo ancora...un'emozione difficile da scrivere, soprattutto a chi non capisce la nostra passione,ma veramente unica...
e allora non sapevo che stavo andando incontro alla più bella, e tragica, partita a cui abbia mai assistito:il ritorno di quella finale play-off...ma, citando la battuta finale di "mister hula-hoop", questa é un'altra storia...
mercoledì, agosto 16, 2006
Coming Soon..
più devastante della pillola blu di matrix...
più sorprendente del finale de "i soliti sospetti"...
più incredibile del codice da vinci...
il mondo non sarà più lo stesso per voi
mercoledì, agosto 09, 2006
La Prima Candelina della Vitamina!!!
Per chi non se ne fosse reso conto (e qui includo anche noi...) è passato un anno dalla nascita di questo fatastico Blog ... comunichiamo a tutti gli affezionati che il nostro piccolo è in buona salute, nonostante le madri siano delle vagabonde!!!
...di solito per i compleanni si organizzano feste e si fanno regali, ma visto che il blog non se la prende il regalo e la festa sono rimandati, ma state all'erta: novità in arrivo!!! (con calma ovviamente...)
sabato, agosto 05, 2006
Frasi Fatte (dipende come...)
Io adoro le frasi fatte, ma soprattutto adoro il modo, spesso molto strano, di utilizzarle da parte del genere umano...che ovviamente riesce a dare il meglio di sé (e questo leggetelo pure in chiave ironica) in campo sentimentale:
intere generazioni di uomini e donne si sono trovate almeno una volta nella vita davanti a dover ascoltare, tradurre in linguaggio comune e contemporaneamente far finta di credere a cose del tipo "io sono un poco di buono, ti meriti di meglio"(tradotto="piuttosto che metterti con te mi arruolerei nella legione straniera"),"ti voglio bene come ad un amico e non voglio rovinare questo bel rapporto"(="non te la darei neanche mi supplicassi in mandarino arcaico"),"sei un ragazzo così caro..."(="mi fai venire più sonno tu di un film di ingmar bergman in lingua originale"),tu sei perfetta,ma non é scoccata la scintilla"(="sono venuto volentieri a letto con te,ma ora basta con le pretese!"), e potrei continuare per un bel po'...ma la cosa veramente bella accade quando, vuoi per la tensione, l'ispirazione del momento o l'innata pazzia del genere umano, queste frasi innocue e più o meno accettate escono fuori trasformate in qualcosa di esilarante, che magari ti riduce lo stesso in pezzi, ma ti permetterà di riderci su per molto tempo...vi é mai capitato?
io ne conosco diverse piuttosto notevoli, tra cui qui voglio ricordare lo storico sms "non ti amo più, sono gay, cerca di capirmi.."(ma poi gay non lo era proprio...),
la recentissima "il fatto é che non ti sopporto, altrimenti saresti la mia ragazza ideale"(questa é proprio geniale,eh?)
e l'ormai leggendaria ed inarrivabile "ti devo lasciare perché io in te vedo la madre dei mie figli, ma vedi, il problema é che io non voglio avere figli!"
insomma dei lampi di puro cabarettismo nel bel mezzo di un melodramma..che si può volere di può da uno spettacolo?
PS.se, purtroppo per voi, avete inciampato in alcune di queste fantastiche frasi fatte-male,beh,i commenti sono lì proprio per condividerle con noi!
venerdì, agosto 04, 2006
Fiori d’arancio e salumi d.o.p.
Me lo ha chiesto la mia collega a lavoro, mentre ero immersa nell’importante missione di controllare codici in un file.
Ho risposto. E lei ha continuato.
- Eh, allora potrebbe andare bene. È del ‘76.
In quell’istante realizzo, che qualche momento prima era passato dal corridoio uno dei colleghi della stanza accanto.
- è un bel partitino … in tutti i sensi.
Ed è iniziato il racconto della vita di questo tizio che non avevo mai notato: macchina, lavori passati, famiglia, la sua ex a cui faceva tanti regali, la casa, la Harley (probabilmente per farmi capire che è sì un bravo ragazzo ma che non è uno sfigato).
Ad un certo punto la mia collega si alza e dice.
- Vado a dirgli di passare quando va via.
. . .
Alla fine lui è passato e la collega mi ha presentato al tizio, lo ha fatto con stile, non sembrava nemmeno premeditato, ha intercalato con dell’innocente conversazione, nessun imbarazzo, una vera artista del genere.
Un bell’episodio, vero?
Ma se a tutto questo aggiungete il fatto che sabato il mio migliore amico mi ha chiesto se può farmi da testimone di nozze un giorno (scherzando ma non troppo…) allora credo che sia in atto una specie di congiura!
Non sono contraria al matrimonio, e mi piacciono molto i matrimoni, ma mi chiedo perché la gente che si è sistemata trovi così grande piacere nel sistemare gli altri? Danno, forse, dei buoni sconto agli sposati che fanno entrare nel club qualcun'altro? Probabilmente si, altrimenti non si spiega.
Però (ebbene si c'è un però...)pensandoci bene, c’è un sogno grande della mia vita che potrei realizzare solo con il matrimonio, una cosa a cui penso da anni: farmi regalare un Culatello di Zibello, mettendolo proprio nella lista di nozze, magari assieme a delle buone bottiglie di vino! Che meraviglia! Potrebbe addirittura valerne la pena...
sabato, luglio 29, 2006
i wish you were here
sarai sempre nel mio cuore, piccolo, coraggioso e combattivo amico mio....
mercoledì, luglio 26, 2006
L'Emporio della Consolazione
Come ogni brava massaia sa, fare la lista della spesa è una cosa molto utile,
io di solito divido le cose da comprare in piccoli gruppi a seconda di dove le posso trovare, ma certe volte capita a tutti di non sapere bene dove comprare una cosa, oppure di avere la sensazione che quello di cui davvero avremo bisogno non è possibile reperirlo in nessuna delle rivendite consuete.
Un esempio? La consolazione.
Non avete anche voi l'impressione che in certi casi ci sarebbe bisogno di un negozietto sotto casa che ci rifornisca di consolazione? proprio lì tra il fornaio e l'edicola, aperto tutti i giorni a orario continuato, utilissimo nei momenti di sconforto o di insoddisfazione, quando la delusione per quello che ci troviamo a vivere tutti i giorni ha bisogno di un tampone.
La consolazione è un bene di prima necessità. La cerchiamo come il sole, l'acqua e il cibo ogni giorno, tramite le cose più disparate: in quello che compriamo, nel cibo, in quello che facciamo e nelle conversazioni consumate di sfuggita.
Io immagino l'Emporio della consolazione pieno di scaffali di legno: carichi di dolci, assaggini di formaggio, libri mischiati a dischi e dvd di film e telefilm, un bancone per la birra e per la cioccolata calda d'inverno e in un angolo un banco per le attività manuali.
Un esercizio pronto ad accogliere nuove richieste, anche le più strampalate.
Io e la mia coautrice potremo gestire divinamente un luogo del genere, siamo molto brave a consolare la gente, il mio metodo è quello di far vedere un'altro punto di vista (Metodo Polly Anna), quello di Elisa è fatto di strategie per il futuro immediato (Metodo Rammendo Veloce). Abbiamo anni di esperienza alle spalle e saremo prontissime per questa missione, semplicemente perfette. Chi sa, forse un giorno lo faremo davvero di aprire il nostro emporio... vi consiglio di tenere pronte le borse della spesa e noi abbonderemo con le spalle su cui piangere!
Non dico che una cosa del genere funzionerebbe, ma certe volte tentare di trovare una soluzione alle cose è la migliore delle consolazioni.
mercoledì, luglio 19, 2006
i mille volti (invisibili) del mimetismo
Per molti organismi viventi l'aver sviluppato caratteristiche tali da renderli pressochè invisibili nell'ambiente in cui vivono, ha significato un notevole vantaggio in termini adattativi. Se il tuo nemico non ti vede è difficile che ti possa acchiappare, è chiaro no?
Quello su cui forse non avete mai riflettuto è l'adattamento mimetico di alcune persone (me per esempio), con tutte le conseguenze che ne nascono. Nonostante la bizzarria che condisce come aceto abbondante la mia vita e il fatto che io mi vesta spesso con colori sgargianti, ho lo straordinario potere di essere invisibile.
Ho lo stesso colore delle pareti? No. Indosso una speciale tuta? Nemmeno, fattostà che la maggior parte delle persone che incontro non mi nota, non mi saluta ecc...(nemmeno i vucumprà e i testimoni di Geova mi fermano per strada) Non credo che sia scarsa educazione, semplicemente non mi vedono. Non credo che sia una caso il fatto che se gli amici parlano di una serata del passato e ricordo loro che c'ero anch'io di solito la risposta è: davvero?
Tutto questo ha ovviamente delle ripercussioni adattative sulla mia vita, in quanto, essendo all'apice della catena alimentare (se si escludono squali, orsi e la balena di Pinocchio) gli esseri umani, specialmente al giorno d'oggi, non traggono grandi vantaggi dal non essere visti.
Vorrei avere una amica sogliola per chiederle come si sente lei, perchè certe volte (come oggi) piacerebbe essere intravisti, e non passare come fossimo una folata di vento. (...non scherzo: è appena entrato in ufficio un collega canticchiando e mi ha detto..ah non ti avevo visto!!CVD)
Infondo il mimetismo sociale è un adattamento perfetto per una zitella, per questo la smetto subito di lamentarmi e a tutti quelli che per strada non mi salutano o che non si ricordano di me dico:
Peggio per voi!
domenica, luglio 16, 2006
pensieri mondiali (il reportage...)
più che un reportage é già un amarcord...come tutte le emozioni più intense, anche l'enorme e per certi versi insensata gioia che un po' tutti noi abbiamo provato al fischio finale si é rapidamente dissolta, sommersa dalla montagna di nuovi fatti che il mondo ci scaraventa addosso ogni giorno. ma la magia di quelle afose notti tedesche (come sembrano già lontane!) rimarrà intatta negli anni a venire, e molti di noi, i più appassionati, quelli che vivono di pane e calcio come me, continueranno a dirsi a vicenda: "ma ti ricordi nel duemilaesei?" "e la testata di zidane?","ma quante volte sentimmo we are the champions a tutto volume"?"po poroppo popopo, po poroppo popopo!"e così via...
quindi ecco alcuni di questi pensieri buttati adesso alla rinfusa in questo post.
il primo é per Grosso, infatti per il mio gruppetto é lui da fare "santo subito", in quanto se canonicamente ci vogliono tre miracoli per essere santificati, lui li ha inconfutabilmente compiuti:
miracolo n.1: il rigore procurato contro l'australia all'ultimo minuto di recupero; ovvero una delle più grandi soddisfazioni che si può regalare al tifoso...
miracolo n.2: il gol alla fine del secondo tempo supplementare contro la germania; bellissimo e soprattutto una goduria davvero indescrivibile
miracolo n.3: invocato dal gruppetto a più riprese durante la finale, ecco che si concretizza quando il nostro eroe caracolla verso la gloria dell'ultimo rigore...Grazie Grosso!!!
altro pensiero non poteva non essere dedicato al pertugio di Civoli: con il suo vocabolario tratto dall'edizione dello Zanichelli del 1908 e le sue parafrasi a dir poco fantasiose (l'onda bionda che si abbatte nell'area azzurra, gattuso che rapisce il pallone e materazzi che cavalca l'avversario a metà campo, giusto per citarne alcune) ci hanno aiutato ad allentare parecchio la tensione, prendendolo allegramente per i fondelli.
un doveroso pensiero anche a tutto il cibo e le bevande che si sono imolate in queste sette partite, trasformandole sempre in festini molto italiani...non sarebbero mondiali veri senza di loro!
infine la festa, e tutti i voti che abbiamo dovuto mantenere o sciogliere in quella sera: da quello di non mangiare l'anguria per tre giorni, a quello di poter finalmente ascoltare e cantare a squarciagola "we are the champions" dopo 1 anno di voluta astensione, a quello ancora più pazzo di andare a corsa da altopascio a lucca...
e poi il tanto agognato, sperato e catartico bagno in fontana, dopo più di tre lustri di attesa...
non aggiungerò niente alle tante parole scritte nel tentativo di spiegare l'alchimia di unire tutta una nazione sotto i soliti colori che solo il calcio riesce a compiere (ho cantato più volte l'inno quella sera che in tutta la mia vita...), voglio solo dirvi che nel mio piccolo l'alchimia mondiale mi ha portato a riavvicinarmi ad una cara amica che credevo persa ed é stato bello; magari sarà solo una parentesi come tutto quello che é successo quella notte, ma questo solo il tempo lo può dire e per adesso sono felice così!
ahh, il nostro gattino nuovo, in adempimento della promessa di affibbiargli il nome del marcatore decisivo in caso di vittoria, da una settimana a questa parte porta orgoglioso il nome, per ora poco azzeccato per lui, di Grosso ...
giovedì, luglio 13, 2006
Campioni del Mondo!!!
- 09/07//06: Campioni del mondo
(a breve il reportage della serata,ad uso e consumo soprattutto del gruppetto che ha sofferto con me in queste notti magiche)
venerdì, luglio 07, 2006
Ode alla fotocopiatrice
Se ai suoi tempi Keats ha scritto un ode per un urna e Shelley per un vento, cosa vieta a me nel 2006 di fare un'ode alla fotocopiatrice?
O' fotocopiatrice, Compagna di mille avventure...
...l'oggetto più simpatico dell'ufficio, per prima cosa perchè ti chiede chi sei quando ci vai e questo già ti mette a tuo agio, non è come il fax che manda i tuoi fogli senza nemmeno dirti ciao. La fotocopiatrice conosce le tue abitudini e quando passi un centinaio di fogli alla fine si crea una sintonia che permette di lavorare a ritmo, liberando per una mezz'ora la mente da qualsiasi preoccupazione, meglio di uno psicologo la fotocopiatrice concilia i pensieri e le riflessioni, sarà la lucetta verde che scansiona il foglio oppure il rumore dei pettinini che accompagnano la copia sul vassoio, ma fare le fotocopie ha qualcosa di zen che la rende speciale.
Mi ha accompagnato in tutti i miei lavori copiando libri, carte geografiche, riviste, documenti, lettere, contratti e chi più ne ha più ne metta... e se qualche volta fotocopiare è un reato permettetemi di dire che c'è di peggio.
O' fotocopiatrice che copi in bianco e nero i pensieri,
fascicoli e spilli la nostra vita ...
mercoledì, luglio 05, 2006
Siamo in Finale!
Siamo in Finale...Siamo in Finale...Siamo in Finale...Siamo in Finale...Siamo in Finale...
E' come un mantra nella mia testa
Non ci posso ancora credere: siamo in finale e oltrettutto abbiamo battuto la Germania al mio primo Italia-Germania "mondiale",é troppo bello per poterci credere...
Tutta la mia vita patriottico-calcistica é stata infarcita dei ricordi altrui delle ormai leggendarie sfide contro i crucchi: troppo piccola per poter conservare qualcosa in più di qualche fotogramma, ho in mente tutta la finale dell'82, grazie alle viste e riviste videocassette della partita ed alle infinite immagini dell'esultanza tardelliana, monumento italiano personalmente preferito pure alla torre di Pisa...
per non parlare poi della partita delle partite, quell'Italia-Germania Quattroattre a cui hanno dedicato anche film e canzoni...se avessi avuto un euro per tutte le volte che i miei genitori ed i loro amici si sono messi a ricordare quella partita, e tutti gli aneddoti legati ad essa, adesso non avrei bisogno di vendere depilatori a MW!
L'aneddoto principe di casa Puccioni ha come protagonista la mamma: l'allora ventisettenne mammina dopo la grande semifinale si era tappezzata tutta la citroen pallas di gagliardetti, bandiere e addirittura megaposter della squadra sul lunotto posteriore, e si apprestava così bardata ad andare a prendere mio padre all'aereoporto di pisa.era la domenica della finale italia-brasile. sulla strada per pisa, poco prima del foro, una pattuglia della polizia le fa segno di fermarsi e lei capisce che la multa é inevitabile, con tutto il lunotto così ricoperto...si ferma, sorride e chiede:"ho fatto qualcosa?"-prevedendo la risposta-e loro:"ma signora, non se n'é accorta?le si sta staccando il poster!!ce l'ha lo scotch?sennò lo perde!aspetti,aspetti,ci pensiamo noi..".Si buttano a capofitto in un lavoro certosino di riattaccatura e fissatura del poster e poi,evidentemente soddisfatti della loro azione altamente civica, la salutano allegramente con un bel "buona partita" e si mettono di nuovo in attesa di altri tifosi sbadati...
Questa é l'Italia e il pallone é la nostra colla...
Forza Ragazzi che voglio festeggiare!!!
domenica, luglio 02, 2006
Cenci, fazzoletti e bandierine...
Come tutti gli anni, per 2 volte ogni estate, mi ritrovo a seguire la corsa più antica e discussa del mondo, lasciandomi trasportare dall'indescrivibile atmosfera del Palio, miscuglio di scaramanzia, campanilismo, trattative così spudoratamente antisportive da far sbiancare anche moggi, agonismo, tensione e tanta, tantissima passione...
Lo so, non credevate proprio che fossi pure una contradaiola,eh?beh, rassegnatevi, é la verità!
La mia iniziazione,ovvero la mia prima volta nella grande piazza, é una storia che vale la pena di raccontare:
era il 9 settembre 2000 ed il Palio che avrei visto era il Palio Speciale, quello fatto apposta per il Giubileo. tra le contrade estratte per correre c'era anche la Selva, una delle contrade più piccole, che prende appena due strade centralissime subito dietro il duomo, ed in cui per puro caso risiedevano due care amiche studentesse fuori sede:da ciò derivò sia l'invito+pernottamento per me sia il tifo congiunto del trio verso la contrada di adozione.
Tutta felice per aver trovato qualcun'altro per cui tifare e completamente ignara delle usanze senesi, non appena scesa dal treno mi diressi ad una delle tante bancarelle per comprarmi qualcosa della Selva, nella fattispecie una bandierina da 7.000 lire con lo stemma della contrada.
Ovviamente mi sarei accorta ben presto che a siena non usano tifare con le bandierine...la "divisa del tifoso" é un fazzoletto con l'emblema della contrada da annodare in un modo specifico intorno alle spalle;risultato: tante risate delle amiche, foto polaroid con bandierina per immortalare la gaffe e corsa alla prima bancarella per comprare il fazzoletto.
Comunque, ostinata come sempre, decisi di portarla con me,ormai mi ci ero affezionata...fra 80.000 persone ero l'unica, e non scherzo, ad avere una bandierina!e quindi la usai per scopi più utili, tipo aiutare la gente vicina a segnalare agli amici la loro esatta posizione.
Poi iniziò il Palio.
Ricordo ancora esattamente quel minuto e quaranta secondi, preceduto dallo snervante rito della mossa, che fu, o mi parve, lunghissima: a noi era toccato il primo posto, avevamo il Pesse che montava il grande Urban II e scattammo per primi al cadere del canapo...tre giri velocissimi ma che parevano non finire più e poi l'improvviso colpo del mortaretto, l'urlo della folla e la gioia incredula di aver vinto al primo Palio e di vedere la piazza che si apre davanti a te, perché sei il vincitore e devono farti passare, la festa é iniziata!
Ma questa storia ha il suo culmine il giorno dopo quando, archiviata la baldoria della vittoria e pronte per risalire in treno, comprammo il "Corriere di Siena" per leggere tutti i commenti. Tra questi c'era l'intervista al Presidente della Contrada, mi sembra si chiamasse Marini, che spiegava a tutti come tre segni premonitori lo avessero convinto di poter vincere...beh, indovinate un po' qual era il terzo ed ultimo segno?
Cito a memoria la sue parole:"...ma la certezza che avrei vinto lo avuta poco prima che entrassero i cavalli, quando guardando la piazza gremita ho individuato tra la folla una bandierina della selva, di quelle che si compravano a 1000 lire (ed io l'ho pagata sette volte tanto!NdR), che sventolava unica ed isolata sopra a tutte quelle teste...mi sono commosso, quello é stato il terzo segno".
E fu così che grazie ad un errore l'elisa si ritagliò un microscopico posto nella storia del Palio...e da allora tifa con tutto il suo entusiasmo la sua contrada (qualche sconfitta, un ritiro ed un'altra grande vittora all'attivo), entusiasmo per nulla mitigato dal fatto che le sue due amiche in seguito spedirono a Marini la polaroid con la bandierina e scroccarono la cena della contrada senza avvertirmi...carogne!
lunedì, giugno 26, 2006
Elezioni e vecchi merletti
- Mi sono fiornite anche a me, di tutti i colori...
E' iniziato con queste parole il mio incontro con due splendide vecchine sul treno questa mattina.
Appena le ho viste non ho resistito e mi sono messa a sedere accanto a loro, vestiti a fantasia floreale, spille, borse di corda e colletti merlati: sembravano davvero uscite fuori da un film. Di solito quando scelgo il posto sul treno ho due priorità: sedermi vicino all'uscita e avere come vicini persone dalle facce rassicuranti, e loro erano perfette.
Hanno continuato a parlare di fiori e di nipoti, e dei modi per farli crescere bene, fino a che io non ho tolto dalla borsa il biglietto dell'autobus, (altro mio vizio, dovuto ad anni di mezzi pubblici è quello di prepararmi almeno un quarto d'ora prima il biglietto).
A quel punto una di loro, quella con i capelli dorati, ordinati in morbide onde retrò mi ha detto:
- Prendi l'autobus anche tu, quando arriviamo?
Io ho confermato e la stessa rivolgendosi all'amica ha detto:
- Allora siamo fortunate così ci accompagna lei all'autobus!
- Basta che ci dica dov'è la fermata, signorina, non importa che ci accompagni.
Io, ovviamente, mi propongo di accompagnarle (anche perchè sono negata a dare informazioni e mi disiaceva farle vagare a vuoto).
- Sa, non siamo molto esperte, solo che oggi volevamo andare a votare, e abbiamo deciso di andarci da sole. Poi sull'autobus chiederemo all'autista..
- Macchè non importa, quando arriviamo ce ne accorgiamo...
e l'altra guardando me:
- Sa, lei è abituata a girare, ha anche la patente!
- La mia è solo memoria fotografica, ho l'istinto per i posti: se li vedo una volta non me li scordo più!
Nel frattempo parliamo un po' del più e del meno (ci mancavano solo i biscotti e il te!); arrivate a destinazione io mi preparo ad accompagnare queste due meraviglie, convinta di dover rallentare un po'il passo, ed invece queste due camminano come due montanare e bruciano persino i semafori, in un battibaleno siamo alla fermata.
Ci salutiamo come delle vecchie amiche mentre io mi domando: cela faremo mai io e la mio coautrice ad eguagliare tale perfezione?! Non vedo l'ora di essere vecchia per scoprirlo!
sabato, giugno 24, 2006
sarà capitato anche a voi...
Credo che prima o poi capiti a tutti sentire di non essere più parte della vita di una persona cara, che sia parente, partner o amica...ed é sempre un momento molto triste: magari non é inaspettato (anzi spesso é solo la riprova di una serie di sensazioni), ma improvvisamente ti senti assolutamente fuori posto ed anche un po' inutile. A me é capitato poco tempo fa, al ritorno da una piacevole serata. Ero in macchina con tre persone ed un amico, che in passato é stato molto importante per me e a cui, nonostante tutto, sono ancora legata; la stanchezza mi portava, per una rara volta, ad ascoltare invece che a partecipare alla conversazione e lentamente, ascoltando, mi sono resa conto di quanto adesso mi sia alieno il loro mondo, il suo mondo, fatto di persone e posti che conosco solo dagli aneddoti e che invece sono la sua cerchia e la sua casa, o di altre persone e posti che conosco, a cui sono legati molti ricordi, ed in cui adesso la mia presenza risulterebbe consona quanto il proverbiale cavolo a merenda ("c'entra come il culo con le 40 ore" direbbero a lucca,ma non chiedemi cosa significa alla lettera!)...insomma, sapevo già da un po' che le nostre vite, dopo essersi incrociate ed aver percorso burrascosamente qualche tratto insieme, corrono adesso su binari non certo convergenti, ed é normale così, ma capire quanto questi binari si siano allontanati e soprattutto quanto mi siano totalmente estranee ora le stazioni della sua linea (si vede che faccio la pendolare,eh?) mi ha un po' abbattuta...
Non é bello continuare a voler bene a qualcuno e sapere che sarebbe più facile e "normale" perdere i contatti piuttosto che mantenerli...probabilmente sarà inevitabile, certo, però che tristezza!
"Questa é la vita, ed in fondo va bene così", disse quello che si soffiò il naso con 2 mattoni.
Buona domenica a tutti!
mercoledì, giugno 21, 2006
Conversando di cinema
T. - l’altro giorno ho visto un film dove c’era un gelato che uccideva la gente.
M. - che film era?
T. - non lo so ma c’era questa cosa gelatosa che scorreva per le strade e mangiava la gente, non era un cono era gelato e basta.
L. - io preferisco la gente che mangia il gelato, al gelato che mangia la gente.
M. - ma è un film nuovo?
T. - noooo, vecchissimo, avrà almeno 15 anni.
L. - Sei sicura che non fosse blob?
T. - Blob?
M. - è un film vecchio dove c’è un fluido che uccide la gente…era gelato scuro?
T. - no, no era chiaro... Sarà stato "Blob 2 gusto panna"!
P.S. Se conoscete un film con un gelato alla panna che uccide la gente per favore ditemi il titolo!
lunedì, giugno 19, 2006
Lunedì...
come disse quello che espletò i suoi bisogni nelle ortiche...
(Benigni)
martedì, giugno 13, 2006
Esperienze extra-sensoriali
Vi racconto la mia esperienza: qualche giorno fa guardando la mailing list di Bruce vidi che parlavano del dvd del concerto di Milano e che lo offrivano niente popo di meno che GRATIS! Ero un po' scettica ma alla fine ho deciso e ho mandato il mio indirizzo ad uno sconosciuto per richiedere una copia del dvd...
ci speravo? si.
Ero sicura che l'avrei ricevuto? no.
Immaginavo che l'avrei ricevuto in meno di una settimana? assolutamente no...
Ma così è successo. Ieri sono tornata da lavoro e a casa mi aspettavano i due dvd del concerto, corredati da un biglitto con su scritto "God bless you, baby...enjoy it" e in quel momento ho visto una luce...un mondo migliore è possibile! Ora mi sento meglio, come una specie di miracolata... in via di guarigione da una eterna e universale diffidenza, nascosta sotto una altrettanto universale tolleranza. Non c'è niente da fare: per tutto quello che può essere curato con la musica Bruce ha la ricetta!
domenica, giugno 11, 2006
Mondiali!
e domani c'é il debutto....
sarà un po' strano tornare a casa domani sera, tardissimo, e finire a vedere la partita io e i miei soli soletti...noi che per lustri durante i mondiali abbiamo aperto ancora un po' di più le porte della nostra casa-porto di mare, trasformando le partite dell'italia in eventi calcio-cibo-goderecci, accogliendo veramente chiunque bussasse (ma solo e rigorosamente prima del fischio d'inizio) e riempiendo le sere d'estate di grida, rumore e tante chiacchere...
sono miliardi i ricordi che si ripresentano delle nostre notti più o meno magiche: primo di tutti le miriadi di volte in cui abbiamo cantato l'inno a squarciagola, rigorosamente in piedi e mano sul cuore, la prima e principale tradizione di casa Puccioni.
e ancora, in ordine sparso, altri fotogrammi di memoria: il divano di sala smontato in pezzi e trasferito in tinello per creare più posti a sedere, le scarpe di un'amica buttate fuori in giardino perché presunte porta-sfortuna, radio due con la Gialappa's e i loro commenti al vetriolo, le corse fuori nella strada per sgranchire le gambe e smaltire l'adrenalina prima dei supplementari, lo scoramento per l'eliminazione, ma anche i caroselli in circonvallazione con tutti noi a sporgersi dai finestrini, il brindisi post partita ascoltando "notte prima dell'esame" perché il giorno dopo iniziava la maturità, voti e scommesse, riso freddo e pizza, sigarette e chewing gum e bandiere accuratamente piegate e nascoste perché non si sa mai...e le persone, tante, che si sono avvicendate in tutti questi anni...alcune di loro formano ancora il gruppo storico, altre si sono perse strada facendo per i soliti vari motivi (vi auguro tanto di godervi i mondiali come facevate a casa mia) ed altre ancora si sono inserite in questa nostra pazza tradizione, perché noi a vedere gli azzurri più siamo e meglio stiamo!(e gli interisti non pensino:"certo,mal comune mezzo gaudio"!)
domani saremo a casa soli, come il natale senza l'albero, e ce la godremo solo a metà.
ma il ritrovo ci sarà di nuovo anche quest'anno, solo un po' in ritardo, solo dalla seconda in poi...sabato sera il gelato lo portate voi?